È caduta nel vuoto la proposta dei Caf di prorogare le scadenze per il pagamento dell’Imu: nonostante i ritardi di molti comuni italiani nel deliberare le aliquote definitive, il ministro dell’economia Vittorio Grilli ha deciso di mantenere invariato il termine del 17 dicembre per il saldo. Ma la Cgil non ci sta: in una nota, la responsabile Politiche abitative nazionale Laura Mariani definisce il Governo “sordo” criticando l’atteggiamento nei confronti di una tassa “iniqua”.

La consulta dei Caf aveva richiesto una proroga per il timore di non riuscire ad assistere in modo adeguato i contribuenti alle prese con il calcolo dell’importo da pagare: troppo poco il tempo a disposizione, dato che i comuni avevano fino al 31 ottobre per deliberare le aliquote definitive sulle quali ricalcolare l’imposta, e poi altri 30 giorni per pubblicare la delibera.

Con il rifiuto della richiesta, afferma la Mariani, “le famiglie italiane dovranno sobbarcarsi entro il 17 dicembre l'onere di una tassa sulla casa estremamente iniqua”. In particolare, le criticità dell’imposta risiedono nel fatto che essa è una imposta fissa e non progressiva e che favorisce chi ha scaglioni Irpef più elevati”.

Una misura infine, prosegue Mariani, “che incide su di un bene, la casa, i cui costi sono in continuo aumento e che travalicano il limite della sostenibilità, condizionando così il percorso di vita e di lavoro di una parte sempre più ampia della popolazione. Non solo, per questa via si altera pesantemente la gerarchia dei consumi delle famiglie, determinando problemi economici tali da diventare motivo di freno per la crescita del Paese”, conclude.