Banca d'Italia nel suo rapporto annuale sulle ricchezza delle famiglie faemergere una preoccupante situazione economica delle famiglie italiane. Leelaborazioni su cui si basa la recente relazione, inoltre, si riferiscono aidati raccolti nel 2010, e la situazione finanziaria potrebbe ancora essersiaggravata a causa della crisi in corso.

Tra i risultatidi maggior rilievo vi sono le indicazioni sui livelli di ricchezza, nel 2011 la quota di ricchezza per ognifamiglia a prezzi costanti si è attestata su livelli analoghi a quellidella fine del 1993.

Un Paese, l'Italia, quindi, che sta indietreggiando eche soprattutto diviene sempre più iniquo. Iniquo perché producedisuguaglianze. Secondo Bankitalia, i poveri stanno aumentando ediventando sempre più poveri, mentre i ricchi continuano a esseresempre più ricchi. La distribuzione della ricchezza, è caratterizzata daun elevato grado di concentrazione.

L'indice di Gini è il parametrostatistico utilizzato per questa misurazione, oscilla tra due valori estremi,lo zero che indica che ogni soggetto detiene la medesima quota diricchezza (redditi e patrimoni), cioè la massima uguaglianza e l'unoche indica, all'opposto, la massima disuguaglianza, cioè un soggettopossiede tutta la ricchezza a scapitodegli altri membri della popolazione.

In Italia questo indice è 0,62, mase si escludono i grandi patrimoni e si considera solo il reddito, ladifferenza scende a 0,33. Il dato indica che la forbice tra ricchi e poveri èdata soprattutto dai patrimoni più che dal reddito prodotto dal lavoro.

In sintesi loscenario poco roseo che ne emerge è un gap tra cittadini benestanti equelli in difficoltà in forte aumento, la metà più povera dellefamiglie italiane possiede il 9,4% della ricchezza totale, il 10%delle famiglie detiene invece il 46% della ricchezza.

Nel 2008era il 44,3%, il che significa che la ricchezza è sempre più concentratanelle mani di pochi. Il 14,4%, un punto percentuale in più rispetto al2008, è invece la quota di poveri, cioè coloro che vivono con meno della metàdel reddito mediano, tra i cittadini stranieri la percentuale sale al 40%. Il2,8% dei nuclei famigliari ha addirittura una ricchezza negativa, ossia detienesolo debiti. Ci auguriamo chesi tengano in considerazione questi dati al fine di attenuare le disparitàeconomiche esistenti in Italia.