Lacrisi finanziaria che sta attanagliando l'Italia trova riscontroanche sul minorconsumo di pesce.Secondo un'analisi dell'ImpresaPesca di Coldiretti il consumo dipesce fresco da parte degli italiani ha subito una forte contrazione(-3,4%)nei primi dieci mesi del 2012, creando non pochi problemi ad unsettore che raccoglie quasi 200 tonnellate di pesce annue edimpegnando 13.000 imbarcazioni.

Ladiminuzione riguarda soprattutto gli acquisti di vongole (-8%),calamari (-9%) e alici (-10%, sempre in testa ai consumi totali con54.312 tonnellate), mentre con più moderazione quelli di cozze(-3%), naselli e merluzzi (-4%).

In controtendenza invece il consumodi trote e salmone che segna rispettivamente un segno più del 7% e14%.

Gliitaliani, sempre secondo la ricerca di Coldiretti, si sono rivolti adalimenti sostitutivi di minor impatto sul portafoglio, aumentando iconsumi di pastae gnocchi (+1,1%)e uova (+0,4%). Risentono della crisi, subendo una contrazione, anchequelli di carne (-0,4%), frutta (-1,9%) e soprattutto vino (-3%).

Ladiminuzione dei consumi è stata accompagnata anche da quella deiprezzi: è diventato più conveniente consumare quelli di originenazionalerispetto ai concorrenti stranieri, consentendo di sostenere unsettore in difficoltà in quanto fino al 70% dei pesce consumatosulle tavole degli italiani è di origine estera.

Lastessa Coldiretti ha redatto un vademecumnel quale consiglia di rivolgersi direttamente ai pescatori, saltandogli aumenti di prezzo della filiera, di verificare la suaprovenienza, come la dicitura "zona Fao37", relativa al pescaggionel Mediterraneo, e di scegliere solo prodotti che rispettinostandard di freschezza e facilmente rilevabili anche ad occhio nudo,come la presenza di branchie rosse e carne di una consistenza solida.