L'ISTAT ha pubblicato la quinta edizionedi "Noi Italia", oltre 100diagrammi su una serie di indicatori che dipingono un quadro abbastanza foscodella situazione del nostro Paese nel contesto europeo.

La nostra cara Italia, come sapevamo, raggiunge una densità di 201 abitanti per km2,alta specialmente se si tiene conto che il 51,9%degli 8.100 comuni sono classificati montani.

Nonostante abbiamo superato i sessanta milioni di abitanti, l'Italia ècaratterizzata da un'ormai consolidata, crisi demografica.

La fecondità, nonostantel'aumento, registrato negli ultimi anni, soprattutto grazie agli stranieri, èancora inferiore alla cosiddetta "soglia di rimpiazzo", pari a circa 2,1 figliin media per donna, che garantirebbe il ricambio generazionale.

E leprospettive non sono rosee, se si rileva che l'età media del parto continua acrescere attestandosi a 31,4 anni nel 2011, con una differenza superiore di unanno e mezzo rispetto al 1995.

Ne consegue che il nostro Paese permane in una sostanziale condizione dicrescita zero. Nel 2011 il tasso dicrescita naturale si è attestato su un valore lievemente negativo, -0,77 permille abitanti; tuttavia la popolazione residente nel nostro Paese cresceesclusivamente grazie alla dinamica migratoria che, nel 2011, ha fattoregistrare un tasso migratorio estero pari a 5,01 per mille abitanti, checolloca l'Italia ai primi posti della graduatoria, come forza attrattiva.

La sfiducia sull'avveniree la crisi dei rapporti, si riflettono anche sui matrimoni che continuano a diminuire, anche quelli celebrati conalmeno uno straniero, collocando l'Italia agli ultimi posti in Europa.

Il fenomeno, in atto dal 1972, con lievi variazioni, negli anni piùrecenti si è ulteriormente accentuato. Il quoziente di nuzialità è passato da3,8 matrimoni per mille abitanti del 2009 a 3,6 del 2010. Anche i matrimoni conrito civile, in costante aumento, nel 2010 hanno avuto una contrazione.

Parallelamente alla riduzione dei matrimoni, aumental'instabilità coniugale, fenomeno sempre più diffuso nel nostro Paese.

Ilnumero delle separazioni nel 2010sono state 88.191, con un aumento del 22,5%, 14,6 ogni 10 mila abitanti. I divorzi sono stati 54.160,con un aumento decennale del 44,1%, 9 ogni 10 mila abitanti. Tuttavia per idivorzi si nota una stabilizzazione negli ultimi tre anni, legata forse al calodei matrimoni.

Nonostante questi aumenti, l'Italia si colloca al penultimo posto nellascala europea, solo l'Irlanda fa meglio (o peggio, a secondo dei punti divista) di noi.

Se ci si sposa sempre di meno e sempre più tardi, se la natalità langue,ne consegue che siamo un popolo di vecchie che aumenta la popolazione in età anziana e si riduce quella in etàgiovanile, con un rapporto che, al primo gennaio 2012, ha toccato quota 147,2%,collocandoci al secondo posto dopa la Germania.

Ma siamo unpopolo di vecchi anche perché si èinnalzata la vita media e la speranza divita, alla nascita, ha raggiunto i 79,4 anni per gli uomini e 84,5 per ledonne, ma per noi uomini c'è una buona notizia, negli ultimi 10 anni lasperanza di vita continua ad avvicinarsi e da 6 anni si è ridotta a 5,1. Almeno inquesto siamo al terzo posto dopo Svezia e Malta.