Crisi senza precedenti per il lavoro, il 2012 passerà allastoria come "l'anno nero" dell'occupazione italiana. Secondo l'analisitracciata dalla Cgil, se si contano anche coloro che fanno parte dell' "areadel disagio" e dell' "area della sofferenza occupazionale" ossia: precari elavoratori part-time involontari, persone in cassa integrazione oltre che idisoccupati, si arriva alla preoccupante quota di 9 milioni di persone indifficoltà con il lavoro.

L'ultimo trimestre del 2012 ha fatto registrare laperdita di circa 200 mila posti di lavoro con il numero degli occupati adicembre che è sceso ai valori registrati nell'anno 2005.

Il livello didisoccupazione, che ormai raggiunge risultati drammatici mai così bassi dacirca quattordici anni, risulta ancor più preoccupante se analizzato inprospettiva europea, sia in riferimento ai 27 paesi dell'Unione, sia inriferimento ai 17 dell'Euro-zona: circa il 25% dell'aumento dei disoccupatieuropei è generato in Italia, nel complesso peggio di noi fanno solo Grecia eSpagna,anch'esse attanagliate da una forte crisi economica.

A pesare sonosicuramente la forte disoccupazione giovanile ma anche le domande didisoccupazione e mobilità che nel 2012 sono cresciute di oltre 280 mila unitàrispetto all'anno precedente. Quadroancor più drammatico se si sottolinea anche la forte precarietà, l'inattività ela costante diminuzione dell'ore di lavoro che comporta nel complesso una forteriduzione del volume di lavoro.

Non va certo meglio se si considera la "qualità"del lavoro, tanto che secondo l'Istat, tra il 2008 e il 2012 il lavoro tipicoha perso più di un milione di unità e il lavoro temporaneo è in rapida ascesadal 2010.