NEW YORK – "L'austerityè come la medicina medievale che pretendeva di curare i malati a furia disalassi, togliendo loro sempre più sangue." Questo è stato il laconico incipit,con il quale, il Professore e Premio Nobel per l'economia, Joseph Stiglitz, haaperto l'intervista concessa a Federico Rampini di Repubblica.

"L'Italia è vittima del fallimento dell'interaausterity europea; state pagando un prezzo più elevato della Grande Depressionee le vostre imprese sono fortemente penalizzate a tutto vantaggio di quelletedesche". Il Professore parla dal suo tempio: la Columbia University di NewYork.

Durante questo pregevole incontro, vengono affrontati temiimportantissimi, tra cui le feroci linee di politica monetaria attuatedall'Unione Europea e le nefaste conseguenze sullo scenario macroeconomicoitaliano.

Il premio Nobel Stiglitz, pur venendo da unaricchissima esperienza politica, come consigliere di Bill Clinton, all'epocadella presidenza di quest'ultimo, è stato uno dei primi luminari a smontarepervicacemente tutte le tesi sulla perfezione del libero mercato, sullacapacità di autoregolazione delle transazioni economiche, colpendomagistralmente ogni fondamento radicato del pensiero neoliberista. A seguitodelle sue dichiarazioni, lontane da visioni globalizzate e transnazionali,Stiglitz ha ricevuto molte critiche e condanne, ma incurante di tutto, egli hasempre sostenuto, con convinzione, le sue teorie.

In particolare, lo ricordiamointento ad appoggiare gli "indignados" spagnoli ed i sostenitori del movimento"Occupy Wall Street".

Anche nel suo ultimo libro "Il prezzo delladisuguaglianza", l'economista stigmatizza il comportamento della classedirigente e delle istituzioni pubbliche che hanno permesso, negli ultimitrent'anni, il progressivo impoverimento e sfruttamento delle masse più umili,e questo negli Stati Uniti, così come in molti altri paesi occidentali.

Delresto, sappiamo che, sin dagli albori della sua carriera accademica, Stiglitzha spesso sottolineato il tema dell'asimmetria informativa, come strumentonecessario alla creazione di ricchezza, nel sistema economico. Ma sicuramente,in questi ultimi anni, è cambiato il tono delle sue dichiarazioni ed il finedei suoi valenti studi.

Oggi, il professore non fa mistero delle sue posizionianti-globalizzazione, ed inoltre, tramuta ogni incontro, in fecondi momenti diriflessione e di educazione.

E quando parla del Bel Paese, il Professore usa paroledi duro attacco al precedente governo berlusconiano, colpevole, dal suo puntodi vista, di aver screditato l'immagine dell'Italia all'estero e di averattuato una politica economica disastrosa, a causa dell'incuria con cui è statagestita la res pubblica. Stiglitz riferisce che, mentre l'ex premier, SilvioBerlusconi, era intento a proteggersi giudizialmente, da scandali sessuali piùo meno surreali, il nostro debito pubblico saliva alle stelle e nulla è statofatto per bloccare lo spread tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi.

Ad onor del vero, Stiglitz riserva serie parole dimonito per tutta l'Unione Europea, ed in particolare, critica, con veemenza, latanto citata "austerity". Egli, infatti, enfatizzando la giustezza delle bennote teorie della crescita keynesiana, afferma che l'austerity è colpevole diaver distrutto l'economia dell'intero Vecchio Continente, ad esclusivovantaggio di banchieri e politici, iquali hanno risposto in maniera cieca e pedissequa agli ordini della politicagermano-centrica.

Per chiudere questa intervista, finalmente, FedericoRampini ci trasmette anche parole di speranza, suggerite dal sapienteProfessore. "Voi italiani aveterinunciato a gran parte della vostra sovranità entrando nell'euro; la vostralibertà è limitata.

Ma ci sono cose che potete fare. Rendere il vostro sistemabancario più efficiente per stimolare la crescita. Passare al setaccio le vocidella spesa pubblica. Riformare la corporate governance del vostro capitalismo.Aggredire i vostri problemi di corruzione politica."

Le affermazioni delPremio Nobel Stiglitz pesano come macigni, soprattutto, in un momento diincertezza, come quello che stiamo vivendo oggi. Tuttavia, possiamo farnetesoro ed imparare a coltivare tanta saggezza, come se fosse il terreno fertileper un cambiamento di opinioni e di comportamenti che preservino l'integritàdel nostro sistema economico e ne promuovano lo sviluppo.