Matteo Renzi vuole dotare Firenze di un marchio riconoscibile, un logo commerciale che renda la città un vero e propro brand. Verrebbe ironicamente da pensare che il discusso sindaco "rottamatore" abbia deciso di rottamare anche il famoso Giglio rosso in campo bianco, simbolo secolare della città. Niente di più sbagliato. Un logo, un brand sono infatti qualcosa di molto diverso e per sceglierne uno adatto è stato indetto un contest ad hoc che si chiuderà a metà ottobre.
Dunque il Giglio fiorentino è salvo: è e resterà sempre il simbolo del Comune di Firenze, nonché "stemma universalmente riconosciuto della città", come recita lo stesso bando in cui sono illustrate le regole del contest.
Ma allora perché c'è bisogno di un altro marchio che identifichi ulteriormente la città? In realtà l'idea non è né strana né nuova. La creazione di un logo distinto dalle storiche insegne locali è un'operazione già avvenuta in diverse realtà e vuole puntare soprattutto alla promozione commerciale e turistica della città in questione.
Anche il logo di Firenze sarà infatti coerente con queste finalità, precisamente elencate nel bando e tutte connesse con la promozione e la comunicazione culturale e turistica della città. È inoltre previsto che diventerà contrassegno di qualità per eventi, luoghi, prodotti, elementi di innovazione e servizi del territorio. Tutto questo per dimostrare come Firenze sia "una città dal passato straordinario, ma anche una città fervida che sa cogliere le ultime tendenze anche in fatto di auto-promozione".
Tra i precedenti celebri di city-branding c'è soprattutto il noto "I love New York", con il cuore al posto della parola "love": così semplice e immediato da sembrare quasi scontato, campeggia da anni su shoppers e gadget di ogni tipo ormai impresso nella memoria dei più pur non spiccando per alte qualità estetiche. Altri esempi sono il gioco di parole "I AMsterdam" per la capitale olandese e la scritta in corsivo blu un po' chic "Paris" accompagnata da una Tour Eiffel stilizzata rossa per l'eguale francese.
Il contest per far nascere il logo commerciale di Firenze non sarà limitato ai professionisti del settore, ma sarà aperto a tutti, senza limiti di età o di cittadinanza: una sorta di "democrazia creativa" che invita chiunque interessato a presentare la propria proposta. Unica restrizione è l'uso della parola "Firenze". Nell'attesa del vincitore e di un logo - si spera - qualitativamente estetico ed efficace, è utile ricordare infine come il neonato city-brand della nostra culla del Rinascimento avrà bisogno di una solida e mirata campagna affinché diventi immediatamente riconosciuto e riconoscibile.