La riforma delle Pensioni del governo Letta è sempre uno dei temi più caldi all'ordine del giorno. Nella giornata in cui si attendono risposte dall'esecutivo su altre questioni scottanti, come l'Imu e l'Iva, il Sole 24 Ore pubblica un'intervista al ministro del lavoro Enrico Giovannini per fare il punto sulle possibili modifiche al sistema previdenziale che arriveranno in autunno.
In prima linea, come sempre, ci sono gli argomenti esodati, pensioni d'oro e la flessibilità. Ma la vera novità lanciata dal ministro riguarda una sorta di acconto sulla pensione da riservare a chi perde il lavoro a due-tre anni dal ritiro.
Si tratterebbe, come si evince dalle sue parole, di una sorta di prestito, un sostegno economico da ripagare negli anni successivi. Ma vediamo gli altri punti principali toccati nell'intervista.
Riforma pensioni ed esodati
Giovannini, come del resto più volte nel recente passato, riconosce quello degli esodati come uno dei più urgenti problemi da risolvere per il governo Letta. Come? I prossimi passi non sono ancora definiti. "Abbiamo lavorato - afferma il ministro - per definire una possibile platea di persone che possono essere considerate esodate o esodande, oltre le 130mila già incluse nei provvedimenti adottati dal governo. Si tratta, come già detto, di 20-30 mila persone". Nessun dettaglio, quindi, su date o scadenze, anche se sulla questione da mesi si attendono risposte certe.
Pensioni d'oro e pensioni d'argento
Dopo le mille polemiche degli ultimi tempi, il ministro Giovannini vuole ancora una volta ridimensionare la questione, ribadendo che "le persone con pensioni molto elevate, dell'ordine dei 20mila o 50mila euro, sono solo qualche centinaio".
Per questo, un intervento in merito "non genererebbe un riequilibrio di grandi dimensioni. Se invece si intervenisse anche sulle cosiddette 'pensioni d'argento' è chiaro che il discorso potrebbe cambiare".
In ogni caso, sugli assegni più alti si interverrà: "Ho auspicato un intervento sulle pensioni d'oro in Parlamento al primo question time da ministro - ricorda Giovannini - e lo ribadisco.
Come questo intervento possa essere fatto in modo inattaccabile sul piano legislativo, le dimensioni e l'uso dei fondi liberati a favore dei redditi più bassi: questo è quello su cui stiamo lavorando".