Sono sensibilmentediminuiti i concorsi pubblici in questi ultimi anni, per via del blocco delturn over e delle politiche di contenimento dei costi delle amministrazioni delloStato, ma l'assunzione nei vari enti centrali e periferici è diventata inalcuni casi una chimera persino per vincitori e idonei delle prove e dellerelative graduatorie.

La platea degli aspiranti dipendenti della p.a. ammontainfatti a ben 70 mila unità, a fronte delle circa 2.300 assunzionieffettivamente decretate dal 2006 all'anno scorso, con punte massime di 657inserimenti in ruolo nella Regione Sardegna e 400 in Lombardia, mentre unabuona media (in riferimento al numero di bandi pubblicati negli ultimi anni) siè registrata in Puglia, dove hanno c'è stato spazio per 225 assunzioni conformula a tempo indeterminato.

L'intento di assumere tutti i vincitori deiconcorsi pubblici, partendo dalle graduatorie del triennio appena trascorso eproseguendo con le selezioni di precari e idonei inseriti nelle liste da un piùo meno lungo periodo, è stato reso noto con estrema chiarezza dal ministro D'Alia,appoggiato in questa battaglia per la stabilizzazione del personale in ingressonella p.a. dall'intera compagine governativa.

Il pacchetto di provvedimentiillustrato una settimana fa dai massimi rappresentanti dell'esecutivo Lettadovrebbe porre rimedio, almeno in parte, ad una prassi che nell'ultimo decennioha di fatto creato un vero e proprio "esercito" di precari in attesa diimmissione in ruolo.

Fortemente interessate ai futuri interventi del governo,sono in particolare le amministrazioni regionali, che hanno proceduto all'assunzionesoltanto del 75% dei vincitori di concorsi banditi dal 2006 in poi, con ben 600posti di lavoro ancora da assegnare.