Non è stata ancora trovata una soluzione per quanto riguardal'ormai famosa questione dei Quota 96 della Scuola, ovvero quella categoria di lavoratoridel comparto istruzione rimasti privi di copertura previdenziale a causa della Legge Fornero che non ha tenuto conto della peculiarità del calendarioscolastico.

L'ultimo decreto legge sulla scuola varato poche settimane fa escludeancora una volta questa problematica, nonostante le proposte dei lavoratoricoinvolti diventino sempre più insistenti. Ad annunciare l'esclusionedefinitiva degli esodati del comparto scuola dal nuovo decreto legge, è stata l'on.Manuela Ghizzoni, parlando di "schiaffo ai diritti dei lavoratori".

Nell'ottobredel 2011, molti docenti avrebbero dovuto andare in pensione ma, a causa dell'introduzionedelle nuove regole della riforma dell'ex Ministro Fornero, dovranno aspettarealtri 5-6 anni.

Prima del provvedimento varato nel 2011, infatti, potevanofare domanda di pensionamento coloro che avevano raggiunto l'età anagraficaminima di 60 anni e il versamento di 35 anni di contributi. Come ribadito inaltre occasioni, lo Stato ha bisogno di risorse economiche. Per assicurare unacopertura previdenziale agli esodati, infatti, occorrono decine e decine dimilioni che risultano tuttora difficili da reperire. Secondo le stime delMinistero dell'Istruzione, gli esodati giungono a quota 3500, nonostante l'Inpsne conta il triplo.

"Sparano alto per spaventare il governo e proteggere lariforma Fornero, che per loro è un dogma intoccabile". A parlare è sempre l'esponentedel Partito Democratico Ghizzoni, la quale sostiene che se le stime contasseroquesti numeri così elevati, il provvedimento richiederebbe almeno 200 milionidi euro. Ma il problema più grave sta nel fatto che non è stata presa inconsiderazione la peculiarità del calendario scolastico tanto da sottovalutareil fatto che l'unità di misura è l'anno scolastico e non quello solare: i lavoratori nelle scuole,potranno andare in pensione solo tra il 31 agosto e il primo settembre.

Intanto il 19 novembre, la Corte Costituzionalesi pronuncerà sul ricorso presentato da un insegnante. Se la decisione èpositiva, il governo dovrà al più presto giungere ad una conclusione.