Dopo la prima raffica di ferragosto, nella seconda metà di ottobre Equitalia S.p.A., il principale agente per la riscossione dei tributi, ha messo in lavorazione un'altra tornata di preavvisi di fermo amministrativo del mezzo. Molti contribuenti che risultano morosi li stanno ricevendo proprio in questi giorni.

Evidentemente, considerati i limiti ai pignoramenti di pensioni e stipendi che sono stati introdotti dalla legge sulla semplificazione fiscale in vigore da fine aprile del 2012, Equitalia pare prediliga l'iscrizione del fermo amministrativo sui cosiddetti beni mobili registrati (es.

auto e moto) tra le varie procedure di riscossione coattiva che ha a disposizione.

E il ragionamento non farebbe una piega: l'auto e la moto sono un mezzo di spostamento necessario e per molti indispensabile sia per esigenze di lavoro sia per la vita quotidiana e familiare. Ecco perchè la paura di non poter più utilizzare il proprio mezzo potrebbe indurre gran parte dei contribuenti a pagare i propri debiti verso le pubbliche amministrazioni.

Che fare, allora, una volta ricevuto il fermo della propria auto o moto?

Una volta ricevuto il preavviso di fermo (cui deve essere allegato il dettaglio delle cartelle che risultano ancora non pagate), si hanno 60 giorni di tempo per pagare oppure fare opposizione davanti ad un Giudice.

In mancanza, Equitalia sarà libera di procedere all'iscrizione del fermo amministrativo.

Per valutare il da farsi, è opportuno analizzare il dettaglio delle somme addebitate per verificare se sono sono dovute o meno. Le cartelle, infatti, potrebbero essere già state pagate o annullate direttamente dall'ente creditore oppure da una sentenza del Giudice di Pace o della Commissione Tributaria, oppure ancora, le somme potrebbero essere ormai prescritte.



In questi casi è possibile avvalersi dell'opportunità offerta dalla legge di stabilità 2013, cioè presentare ad Equitalia una dichiarazione (entro 90 giorni dal ricevimento del preavviso di fermo), chiedendo l'immediata sospensione di ogni iniziativa finalizzata alla riscossione delle somme richieste. Attenzione però: si ha diritto alla sospensione solo se si prova che le somme non sono dovute perchè, appunto, già pagate o annullate o prescritte, ecc.

Una dichiarazione inviata a soli fini dilatori, cioè per guadagnare tempo, verrà prontamente respinta da Equitalia.

E se le cartelle sono effettivamente da pagare?

L'unico modo per evitare il fermo del mezzo è pagare il proprio debito. Chi ne ha la possibilità può farlo in un'unica soluzione entro i 60 giorni dalla notifica del preavviso di fermo.

Chi, invece, non ha la possibilità di pagare tutto entro i 60 giorni, può chiedere ad Equitalia una rateazione. Naturalmente, la richiesta deve essere motivata, evidenziando la propria situazione di oggettiva difficoltà economica.

Va, comunque, ricordato che l'importo di ciascuna rata non può essere inferiore a 100 euro. Quindi, chi ha un debito, ad esempio, di 2.500 euro, potrà chiedere un piano di rientro non superiore a 25 rate.