Gli armatori tedeschi rimangono ileader del mercato perché, nello ship managment, sono i più bravi.E se a dirlo è nientemeno che Michael Behrendt, presidente dellaVersband Deutcher Reeder (VDR), c'è certamente da credergli.Secondo Behrendt, a differenza di quanto accade in altri paesi, inGermania nessuna compagnia di navigazione ha dichiarato fallimento,ma pur soffrendo a causa della crisi, lo shipping teutonico hastretto i denti e ha retto bene la crisi.

Cooperazione, gestione e noleggio:come l'aquila si prepara a conquistare il mare

Il segreto sta nella cooperazione tracompagnie di piccole e medie dimensioni, soprattutto nella gestione enel finanziamento delle navi, che permetterà ai tedeschi di rimanerei proprietari delle unità anche dopo la crisi finanziaria.

Iproblemi sono altri: in primo luogo l'eccesso di offerta di naviportacontainer da 5000 teu, e in secondo luogo il crollo dei noli chenon sono più al livello dello scorso anno. Inoltre, una piùrigorosa normativa in materia di tutela ambientale ha fatto lievitarei costi per gli armatori.

La vera svolta potrebbe venire dairapporti con lo Stato: secondo Behrendt, è necessario modernizzarel'amministrazione pubblica, affinché gli indomiti armatoritedeschi possano dialogare con unico interlocutore, invece diperdersi nell'oceano della burocrazia pubblica. Solo così, affermaBehrendt, la Germania potrà confermarsi, una volta superata lacrisi, come punto di riferimento per le attività marittime.

Ma Moody's lancia l'allarme:rischia (e tanto) chi ha investito nello shipping

Il presidente degli armatori tedeschilo ammette a denti stretti: la quota dello shipping nel portafogliodegli istituti di credito tedeschi si è, nell'ultimo anno,notevolmente ridotta.

Ma per Moody's, lo scenario è senz'altropiù grave: secondo l'agenzia di rating americana, gli istituti dicredito tedeschi che hanno prestato soldi agli armatori, rischiano unbuco da 22 miliardi di dollari.

Gli otto principali finanziatori delloshipping made in Germany hanno prestato circa 105 miliardi nelsettore; un quinto delle aziende che ne hanno beneficiato sono stateclassificate come sofferenti, e nel biennio 2013-2014 si aspettanonotevoli perdite (fino al 13% del capitale prestato) da parte dellebanche tedesche.

Moody's ha identificato in DVB Bank,HSH Nordbank, KfW IPEX- Bank,e NordLB (con la sua controllata BremerLandesbank) i soggetti più a rischio.

Se gli istituti di credito nonaumenteranno gli accantonamenti per le perdite su credito, lasituazione potrebbe diventare gravissima: attualmente, solo il 30 %degli investimenti è tutelato da accantonamenti. Una misurainsufficiente, per Moody's, ma non c'è da preoccuparsi: gliarmatori tedeschi, lo dice il loro presidente, restano comunque i piùbravi.