Alla luce del caso Electrolux non può non tornare in mente l'antico adagio che sottolinea come la storia si ripeta: la multinazionale svedese, tra le aziende leader nel settore degli elettrodomestici e proprietaria di marchi storici come Rex, Zoppas e Philco, ha appena annunciato un piano di ridimensionamento dei costi che ricorda tanto casi noti, come quello Fiat che ha tenuto banco per anni, e meno noti, come quello Teleperformance, azienda di call center francese con varie sedi in Italia, alcune delle quali estremamente ridimensionate se non chiuse del tutto.

 

L'ennesimo episodio di questo triste filone narrativo ha inizio il 27 gennaio (e non si sa quando avrà fine), quando i vertici di Electrolux annunciano che manterranno la produzione in Italia solo se verrà attuato il nuovo piano industriale che riguarda le fabbriche italiane (Porcia, Solaro, Forlì, Susegana) e che punta alla riduzione dello stipendio medio dagli attuali 1400 euro a 700-800 circa; sostanzialmente il piano, come reso noto da fonti sindacali, prevede, oltre alla riduzione dell'orario di lavoro a 6 ore settimanali, alla riduzione del 50% di pause e permessi sindacali, al blocco dei pagamenti delle festività, all'eliminazione degli scatti di anzianità e al taglio dell'80% dei premi aziendali, la decurtazione dello stipendio orario con le seguenti modalità: taglio di 3 euro l'ora per Forlì, 3.20 euro per lo stabilimento di Solaro, 5.20 euro per Susegana, 7.50 euro per Porcia; ; il tutto per adeguare gli stipendi dei lavoratori italiani a quelli dei loro colleghi polacchi. 

Come si è visto, il taglio del salario orario più consistente è previsto per lo stabilimento di Porcia (Pordenone): questo perchè, secondo l'azienda, le unità prodotte a Porcia presentano un costo di produzione che supera di 30 euro quello ottimale, con l'effetto, per gli elettrodomestici in questione, di un surclassamento sul mercato da parte di rivali come Samsung e Lg; la fabbrica friulana sembra avviata alla chiusura, se si tiene conto anche del fatto che, dei 90 milioni di investimenti che Electrolux intende investire nelle unità produttive italiane come contropartita di un eventuale accordo, 40 sarebbero destinati allo stabilimento di Solaro, 28 per quello di Forlì e 22 per Susegana; dunque per Porcia non sono previsti investimenti.


I sindacati, ovviamente, sono sul piede di guerra: Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, sottolinea con forza che quella dell'Elettrolux "è una proposta irricevibile", e auspica un pronto intervento del governo.

I delegati di Cgil, Cisl e Uil sono pronti a chiedere un confronto con Enrico Letta e nel frattempo, oggi, 28 gennaio, giorno per il quale è stato indetto uno sciopero per tutta la giornata, si è svolto un presidio di circa 500 persone con bandiere e striscioni davanti allo stabilimento di Solaro. 

Durissima anche la reazione del Governatore del Friuli Debora Serracchiani, che ricorda come, al momento dell'insediamento in Friuli, l'Electrolux abbia ricevuto dalla Regione "un sacco di soldi, nell'ordine di miliardi di lire", e deve assumersi la responsabilità di ciò che lascerebbe in Friuli dopo un abbandono.

Anche il collega veneto della Serracchiani, Zaia, si fa sentire, sottolineando l'importanza che ha per la sua regione l'Electrolux e dicendo che una sua eventuale chiusura sarebbe paragonabile a quella della Fiat a Torino. 

Alle critiche l' Electrolux risponde che la riduzione degli stipendi sarebbe nell'ordine dell'8%, equivalente ad un taglio di 130 euro al mese, e che il regime di 6 ore lavorative è dovuto all'applicazione dei contratti di solidarietà, la cui determinazione è avvenuta in accordo con i sindacati.
Il ministro Zanonato, infine, se la prende con le informazioni distorte che sono circolate in queste ore, che parlavano di una riduzione delle retribuzioni del 40% e garantisce che non è prevista la chiusura dello stabilimento di Porcia.
Ora l'attesa è per l'incontro di domani, 29 gennaio, chiesto a gran voce dai sindacati e dai Governatori delle regioni coinvolte, che avverrà alle 15, nella sede del ministero per lo Sviluppo, tra Zanonato, che ha dichiarato che avrà un ruolo di mediatore, le Regioni, i sindacati ed Electrolux.