Il nuovo Isee, da poco approvato, già inizia a suscitare delle forti prese di posizione a causa delle novità previste da questo nuovo strumento di determinazione delle prestazioni agevolate. È stata, infatti, avviata una clamorosa iniziativa che mira a portare in tribunale un ricorso collettivo di disabili e famiglie.

Una vera e propria class action quella proposta dal comitato promotore del ricorso che si è dotato anche di un blog e ha creato un gruppo Facebook: - stop al nuovo Isee ricorso collettivo nazionale-, dove è possibile sottoscrivere in modalità on line la propria adesione all'iniziativa.

A far indignare i promotori del ricorso, è stata la pubblicazione del nuovo decreto entrato in vigore l'8 febbraio 2014 che rivoluziona completamente le modalità di determinazione dell'isee. Con le modifiche apportate, al fine di rendere più "congrua" la situazione reddituale dei richiedenti le prestazioni agevolate, costituiscono ora reddito, tutte le somme fiscalmente esenti, percepite a titolo assistenziale o risarcitorio quali ad esempio: Pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento, di frequenza, di comunicazione per invalidi civili, ciechi civili e sordomuti, assistenza domiciliare in forma indiretta, assegni di cura per persone non autosufficienti etc.

A queste novità fortemente penalizzanti per i soggetti in condizioni di disabilità si aggiunge la cancellazione del coefficiente di riparametrazione che permetteva di alleggerire la situazione economica patrimoniale per le famiglie al cui interno era presente un componente con invalidità.

Insomma, sostengono nel ricorso, le indennità di accompagnamento ed i sostegni economici alle persone non autosufficienti vengono considerati, all'interno del decreto, alla stessa stregua delle plusvalenze di borsa o dei redditi d'impresa. Il ricorso che sarà seguito dal prof. Federico Costantino e dovrà essere presentato in tempi brevi, stante la scadenza dei termini ed è proposto sotto forma di class action al fine di ridurre i costi dell'azione legale, poiché, sostengono i promotori, ci sono addirittura persone che non possono pagare nemmeno la loro quota.