In Italia le aziende di autoriparazione sono 71.023, stando allo studio condotto dall'Osservatorio Autopromotec, così composte: 26.463 meccanici, 5.678 elettrauto, 17.452 carrozzieri, 6.498 gommisti, 3.612 concessionari automobilistici e 11.320 officine autorizzate. Mancano, per chiudere la catena delle attività imprenditoriali collegate all'automobile: i rivenditori di ricambi, i negozi di autoaccessori e gli autolavaggi che non sono pochi.

L'idea di Matteo Renzi di accorpare il Pubblico registro automobilistico e la Motorizzazione civile, servirebbe sì a risparmiare sulla spesa pubblica, ma non andrebbe minimamente a incrementare il lavoro, oggi, elemento fondamentale per la ripresa economica della Nazione.

Soltanto favorendo l'acquisto di automezzi usati possiamo assistere a un guizzo verso l'alto della curva del PIL, cosa molto facile da ottenere, se il Governo abolisce le tasse per la registrazione al PRA dei veicoli, che, trattandosi d'importi notevoli, scoraggiano i meno abbienti dall'acquistare un mezzo di locomozione.

L'abolizione delle complicate pratiche per il passaggio di proprietà e l'esosa tassazione vigente, dovuta per l'obbligatoria registrazione al PRA, agevolerebbero soprattutto dal punto di vista economico, i giovani studenti, i disoccupati e tutti coloro che dopo aver conseguito la patente di guida, hanno difficoltà a comprare l'auto, seppur usata.

Il mercato dell'usato in Italia, non è del tutto fermo, si muove, però molto adagio e, in questo particolare momento di crisi economica, avrebbe bisogno di un'eccezionale spinta propulsiva che può avvenire soltanto con una formula incoraggiante quale l'abolizione delle tasse dovute per il cambio di proprietà.

Probabilmente il Governo non ha neanche pensato all'ipotesi di un intervento del genere a supporto delle altre iniziative proposte per rilanciare l'economia.

Considerando che il mancato gettito dovuto all'abolizione o quanto meno alla riduzione sensibile delle tasse, sarebbe colmato dal maggior gettito IVA che ne deriverebbe dal maggior giro di affari, collegati alla vendita dei ricambi e delle manutenzioni dei veicoli, sarebbe opportuno che il Governo prendesse in considerazione almeno l'idea.