Mentre le imprese italiane continuano a fallire e i cassa integrati crescono a vista d'occhio viene fuori da un analisi della Cgia, l'Associazione artigiani per le piccole imprese, un dato disarmante: l'Italia è il Paese più ritardatario con i pagamenti.

Il pagherò all'italiana

Il pagherò all'italiana non si smentisce ed è come sempre a data da definirsi. Molti imprenditori minacciano di mandare la maggior parte dei propri dipendenti in cassa integrazione per colpa di pagamenti che non arrivano mai. Molti il lavoro lo hanno, molte aziende producono, ma a proprie spese un investimento continuo di denaro che al momento del saldo non fa altro che riempire un buco di mesi di attesa che comunque hanno prodotto delle spese.

I più ritardatari d'Europa

A lasciarci classificare come peggiori pagatori d'Europa non sono solo le lunghe attese burocratiche dei pagamenti delle Pubblica amministrazione che si aggirano intorno ai centosessantacinque giorni lavorativi, quasi sei mesi, ma anche i privati e i fornitori. Molti fornitori ricevono pagamenti anche con scadenze a novantaquattro giorni, mentre i provati saldano solitamente a settantacinque giorni. Italia peggio di tutti, anche di Spagna e Grecia.

'Troppa burocrazia'

L'indagine della Cgia di Mestre in relazione ai primi tre mesi del 2014 a decretato che un'azienda su cinque riscontra questi problemi, ritrovandosi costretta a licenziare i propri dipendenti per mancanza di liquidità.

Fa sentire la propria voce il segretario della Cgia, Giuseppe Bertolussi, "anche se il dato è inferiore a quello di molti altri Paesi dell'Europa, resta un segno chiaro di allarme, molte aziende dovranno tagliare il personale pur gestendo un ottimo mercato". Bertolussi prosegue gettando la responsabilità sulla trafila burocratica italiana definendola "una lungaggine" e segnalando il cattivo funzionamento e la pessima gestione "dei servizi e degli uffici pubblici".