Una buona notizia per i contribuenti ritardatari: il termine per la presentazione dei modelli 730 ai CAF o ai commercialisti autorizzati è stato prorogato al 16 giugno 2014. Purtroppo per molti contribuenti c'è anche una novità poco piacevole.

Se il conguaglio a credito del contribuente supera i 4.000 euro, il rimborso non sarà effettuato dal datore di lavoro o dall'Ente pensionistico nei mesi di agosto o settembre. In questo caso, infatti, l'articolo 51-bis della legge 9 agosto 2013, n. 98, prevede che ad effettuare il rimborso sia l'Agenzia delle Entrate dopo un accurato controllo preventivo.

La finalità manifesta della norma sarebbe di evitare rimborsi non dovuti grazie a controlli preventivi sui casi con più alto indice di rischio. La finalità sotterranea è quella di procrastinare l'esborso di somme di una certa entità in tempi di vacche magre per il bilancio dello Stato.

Ma quando avverrà il rimborso?

La legge fissa un termine, che sembrerebbe perentorio, di sei mesi per i controlli, tuttavia nulla dice sul termine entro il quale deve avvenire il rimborso. Conoscendo il funzionamento della Pubblica Amministrazione, si può prevedere che passerà almeno un anno. Per fortuna, però, non cadranno nella tagliola tutti i contribuenti che hanno maturato detrazioni superiori a 4.000 euro.

L'Agenzia delle Entrate, infatti, ha precisato (risoluzione n. 57/E del 30 maggio 2014) che i rimborsi complessivamente superiori ai quattromila euro sono rimborsati con le retribuzioni nei tempi ordinari dal sostituto d'imposta se derivano da dichiarazioni che non presentano richiesta di riconoscimento di:

  • detrazioni per carichi di famiglia, ovvero righi da 21 a 24 compresi, del mod.730-3 non valorizzati;
  • eccedenze da precedente dichiarazione, righi 58, 74, 77 e 82 del prospetto di liquidazione 730-3.

Ne consegue che i rimborsi sono effettuati direttamente dall'Agenzia delle Entrate, a seguito dei previsti controlli, solo in presenza di rimborsi superiori a quattromila euro e contemporanea richiesta di detrazioni per carichi di famiglia e/o di eccedenza derivante dalla precedente dichiarazione. Questa precisazione dovrebbe fugare tutti gli allarmismi e le imprecisioni apparse su molta stampa.