Situazione: nel 2009 l'Italia subiva un richiamo europeo per violazioni sulla libera concorrenza nel rilascio di concessioni demaniali a fini turistici. A seguito di tale provvedimento migliaia di stabilimenti balneari marittimi e lacuali ai quali veniva periodicamente rinnovata la concessione demaniale venivano messi in discussione. Migliaia di gestori messi in difficoltà, dalla direttiva Bolkestein che prevedeva bandi pubblici ed assegnazione di concessione in base ad aste. Questi ultimi si ritrovavano nella scomoda posizione di non sapere quello che sarebbe successo l'indomani, se avrebbero avuto la possibilità di recuperare i propri investimenti e proseguire il proprio lavoro.

Nell'ultimo periodo seppur in maniera sommaria con una serie di provvedimenti ed un allungamento dei tempi di adesione e modifica in base alla realtà italiana della direttiva Bolkestein, il governo ha rassicurato in qualche modo il comparto dei gestori di stabilimenti balneari e fissato regole nuove, prezzi d'affitto, diritti e doveri certi di quest'ultimi.

Attualità: i nuovi criteri fissati da un decreto legge che regolamenta le concessioni demaniali, prendono in considerazione tutta una serie di parametri che debbono essere introdotti al momento di stipulare un rinnovo di concessione. I parametri in questione vanno dalla valenza turistica attribuita al luogo dov'è lo stabilimento, diviso in categorie A e B, categoria ad alta valenza turistica A e normale valenza turistica B.

Dai prezzi per metro quadrato occupato fissati in base alla categoria d'appartenenza, canoni per pertinenze ad uso commerciale, competenze da affidare hai singoli concessionari e così via. A fronte di tutte queste specificazioni e regolamentazioni, vi sono tutta una serie di diritti che il piccolo concessionario di uno stabilimento balneare a volte non sa d'avere.

Preso dai tanti impegni per mandare avanti l'attività, in alcuni casi stretto dalla contingenza di aver firmato un contratto di concessione con l'ente preposto che presenta molti doveri, pochissimi diritti e soprattutto molte spese sempre e solo a carico del concessionario non conosce tutti i propri diritti . Invece tra le pieghe del decreto emanato, vi sono molte agevolazioni che vanno dagli sconti del 25% su superfici concesse di grandi dimensioni, sconti del 50% in presenza di eventi dannosi che limitino l'utilizzo del bene concesso, sconti per le aree scoperte lasciate a totale uso gratuito, indennizzi riconosciuti per spese sostenute e così via con una serie di provvedimenti tendenti ad agevolare il concessionario.

Provvedimenti quest'ultimi che a volte però scompaiono nella stesura del contratto di concessione o che vengono solo in parte citati, lasciando appunto il concessionario con molti doveri e molte spese. Liberando l'ente da responsabilità, da ogni indennizzo o agevolazione da riconoscere, con un contratto redatto e firmato dalle parti a proprio vantaggio ed il concessionario nell'impossibilità di richiedere qualsiasi cosa.