Dopo anni passati a sentir parlare dell'"evento del secolo", a vedere pubblicità di Expo dappertutto, continui riferimenti alla leva che avrebbe rialzato l'economia italiana, la ricaduta a pioggia di centinaia di milioni di euro, i politici che ne fanno un vanto delle eccellenze italiane e mondiali, miliardi di euro per la realizzazione dell'area espositiva, polemiche sugli appalti alle mafie, ritardi nella costruzione dei padiglioni ecc.., Finalmente il 1° maggio scorso, con una sontuosa cerimonia ha preso il via ufficialmente l'Esposizione Universale di Milano 2015 (a noi piace chiamarla così).
Gli investimenti e le aspettative
Come tutti sappiamo l'Italia si è buttata a capofitto in questo progetto, Expo 2015 dovrebbe essere la vetrina del definitivo rilancio internazionale del nostro Paese, dopo qualche decennio di oblio, mostrando al mondo i suoi prodotti di eccellenza soprattutto in ambito eno-gastronomico. Per inseguire questo obbiettivo, l'Italia ha investito circa 3,5 miliardi di euro per la realizzazione dei padiglioni e dell'area espositiva, a cui bisogna aggiungere circa 12,5 miliardi di euro per le opere infrastrutturali connesse all'Esposizione. Totale circa 16 miliardi di euro, oltre un punto del nostro PIL! Ma cosa sono 16 miliardi per un investimento che dovrebbe riportare in alto l'economia di un'intera nazione.
Tutto questo per rendere agevole, alle enormi frotte di turisti attesi, la visita dell'Expo ed il soggiorno a Milano. Le stime parlano di 24 milioni di visitatori previsti, 16 milioni di italiani e 8 milioni di stranieri, con una media di 100.000 visitatori nei giorni feriali e di 200.000 nei festivi. Questo sarebbe il flusso che consentirebbe all'ente gestore di Expo di raggiungere il pareggio di bilancio.
Senza contare le ricadute in termini economici e di turismo che ci dovrebbero essere sul territorio e che dovrebbero superare abbondantemente il costo dell'intera manifestazione.
La cruda realtà
Dopo le 200.000 presenze della giornata inaugurale e le 220.000 del giorno successivo, le presenze sono andate via via diminuendo.
Ad oggi (metà luglio) il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, ancora non comunica i dati ufficiali sulle presenze nei primi due mesi di apertura e dice "Abbiamo venduto 11 milioni di biglietti, il 40 per cento dei 24 milioni che ci servono per il pareggio di bilancio. Sui numeri abbiamo vinto noi", ma i numeri parlano da soli e sono impietosi: la media giornaliera è di circa 60.000 visitatori, a fronte di una stima di 110.000 pro die, non è stato previsto nemmeno un solo volo in più negli aeroporti milanesi rispetto a quelli previsti durante il normale piano annuale, parcheggi vuoti al 90% (nel maxi parcheggio di Arese era stimato l'arrivo di 2.500 auto al giorno, solo ai primi di giugno si è toccata quota 1.000 in totale!), Trenord era pronto a trasportare 42.000 passeggeri al giorno e ne porta invece solo 6.000 e potremmo continuare ancora per molto.
Basilio Rizzo, Presidente del consiglio comunale di Milano, dichiara "Il sabato è il giorno di maggiore affluenza e la maggior parte dei visitatori arriva in metrò. In treno invece arriva poca gente e i parcheggi sono desolatamente vuoti, tanto che si sono dovuti inventare l'ingresso serale gratuito per chi arriva in auto".
Ed è proprio con l'ingresso serale che si sta cercando di correre ai ripari, chi entra dopo le 19 paga solo 5 euro, invece dei 39 euro del biglietto pieno e nei weekend la chiusura di Expo è spostata alle 24. Così adesso riesce anche a fare concorrenza alla movida milanese con grande risentimento dei gestori di bar e ristoranti.