Non chiamategli tagli, ma ‘buona spesa’: il capitolo sanità non è secondario nella Legge di stabilità del 2016 perché da questo settore deve rifluire il risparmio per sostenere in parte il taglio delle tasse. Anche se il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha ottenuto dal premier Matteo Renziil permesso di riutilizzare queste risorse per il suo dipartimento. In totale la sanità dovrà fare un sacrificio di 2 miliardi, mentre sarà ricompensata con un fondo di 111 miliardi comprensivi di 800 milioni per i Lea. Il nerbo del disegno è la stretta sulla diagnostica preventiva, ma è nella norma anche la disciplina degli enti ospedalieri, la farmaceutica e la gestione dei servizi.

Severità sugli ospedali in rosso

Gli ospedali in disavanzo sono innanzitutto obbligati alla trasparenza, quindi bilanci in rete. È d’obbligo rimettersi a regime entro 3 anni, altrimenti scatteranno le procedure d’infrazione che penalizzeranno prima di tutto i menager che verranno destituiti. Il piano di rientro deve essere effettuato sia dagli ospedali-azienda sia da quelli gestiti dalle Asl. Saranno le Regioni a vigilare sul rispetto della procedura anche attraverso check trimestrali. E ancora nei bilanci regionali dovranno essere iscritte le situazioni contabili di queste strutture. Agli ospedali più virtuosi verrà concessa un’anticipazione sottratta ai fondi ‘bloccati’ in attesa dell’operazione di rientro.

In caso di permanenza del deficit scatterà la decadenza dei dirigenti.

Capitolo farmaci e servizi

Causa lo sventato accordo con le Regioni, una chiara disciplina della materia non è stata dettagliata nella Legge di stabilità e demandata alle commissioni di Camera e Senato. In dirittura ci sono già alcuni emendamenti, in particolare la legge 153 del Senato è dedicata al tema del riequilibrio del rosso farmaceutico.

Viene delineato il procedimento del ripiano della spesa farmaceutica soprattutto per gli anni 2013-2014 che sarà seguita dall’Aifa. Il rosso è stimato a 1,2 miliardi di euro ma si attendono valutazioni più reali attraverso l’incrocio dei dati delle aziende e enti sanitari. Le nuove norme vogliono che l’acquisto di beni e servizi avvenga secondo gli indirizzi della Consip.

Gli appalti dei servizi esterni non potranno essere prorogati oltre la data di aggiudicazione presso le centrali regionali e niente trattative discrezionali. Questa procedura consente di razionalizzare e centralizzare le erogazioni sui servizi e attrarre un risparmio di tra 800 milioni e un miliardo.C’è poi il punto che tanto agita i medici, quello del rischio professionale: è tema di un testo che si appresta ad essere licenziato dalla Camera e ancora in fase di scrittura dei dettagli. Ma rilevanti punizioni devono attendersi coloro che aggireranno le norme anti-spreco.