In arrivo l’assegno universale per i figli a carico fino all’età di 26 anni. E’ allo studio della commissione Finanze del Senato, infatti, il disegno di legge sul riordino e il potenziamento delle misure fiscali a sostegno della famiglia. Punto qualificante del ddl è l’introduzione di un assegno per i figli a carico che vada a sostituire tutte le misure attualmente esistenti, la cui frammentarietà è fonte di disparità di trattamento.

La nuova misura allo studio dovrebbe permettere, nell’intenzione dei firmatari del provvedimento, il superamento delle diseguaglianze e l’erogazione del beneficio anche alle categorie finora escluse, come incapienti e autonomi.

Assegno per i figli a carico fino a 26 anni

Secondo le ipotesi previste dal ddl in via di approvazione, per le quali, ricordiamo, occorre trovare le risorse finanziarie, il nuovo assegno per i figli a carico dovrebbe essere così costituito:

  • 200 euro al mese per i figli fino a 3 anni;
  • 150 euro al mese da 3 a 18 anni;
  • 100 euro al mese fino a 26 anni.

La condizione per l’erogazione del sussidio dovrebbe rappresentata dalla soglia di 30 mila euro di reddito isee, con una riduzione progressiva dell’assegno per i redditi tra i 30 mila e i 50 mila euro.

Per tali soglie di reddito si potrebbe prevedere un innalzamento di 5 mila euro per ogni figlio allo scopo di assicurare un maggiore sostegno alle famiglie numerose.

Per quanto riguarda le risorse necessarie all’introduzione dell’assegno universale per i figli a carico, queste dovrebbero essere recuperate grazie ai risparmi derivanti dall’abolizione delle misure in vigore.

Gli emendamenti allo studio: iva al 4% sui pannolini e credito baby sitter

Il ddl all’esame del Senato non riguarda solo l’assegno per i figli a carico, ma tutta una serie di misure a sostegno della famiglia.

Per questo motivo, sono stati presentati numerosi emendamenti contenenti altre misure. Una di queste riguarda la proposta di introdurre un’aliquota iva ridotta al 4% per tutta una serie di prodotti per l’infanzia come pannolini, tettarelle, biberon, latte per neonati e omogeneizzati.

Un altro emendamento degno di segnalazione riguarda la previsione di un credito d’imposta per le spese di baby sitter nel caso di famiglie composte da entrambi i genitori lavoratori e con un reddito familiare inferiore a 30 mila euro l’anno.

Previste, inoltre, misure a sostegno dei servizi socio-educativi per la prima infanzia che dovrebbero essere gratuiti in caso di presenza di determinati requisiti e in riferimento a libri scolastici e servizi come il trasporto pubblico.