L'ex Amministratore delegato di Telecom Italia, Flavio Cattaneo, ha transato 25 milioni di euro per lasciare la società anticipatamente rispetto al contratto che preveda l'incarico sino al 2020. A favore hanno votato anche i francesi di Vivendi proprietari di una consistente quota della società.
Chi è Flavio Cattaneo?
Teoricamente un amministratore di quel livello dovrebbe essere valutato per il beneficio che la sua gestione ha portato all'impresa da lui gestita; tradotto in soldoni significa misurare il valore delle azioni durante la gestione, ma anche dopo la sua uscita.
Cattaneo è stato AD in Terna dal 2005 al 2014. Nel suo curriculum viene vantato un raddoppio delle azioni con la sua gestione, ma alcuni osservatori rilevano che l'andamento azionario non è stato così brillante, considerando soprattutto che Terna gestisce in monopolio la rete elettrica, è una classica utility ed è difficile possa andar male.
Dal 2014 a oggi è stato nel Consiglio di Amministrazione di Generali. Le azioni della compagnia valevano 17,88 euro al suo ingresso e oggi valgono 15 euro circa. Più o meno la stessa sorte è toccata a Telecom Italia. Cattaneo diventa AD con il titolo azionario che vale 1 euro, ora ne vale 0,86 ma, osservano alcuni analisti, è salito un po' di valore quando l'AD si è dimesso: prima ne valeva 0,82.
Retroscena
Il manager milanese lascia la poltrona di AD pare per una questione diversa dall'andamento delle azioni. Era stato chiamato per mettere a posto i conti dell'azienda e l'obiettivo sembra essere stato raggiunto dal momento che tim ha chiuso il 2016 con un utile di 1,8 miliardi di euro, dopo le perdite degli anni precedenti.
I problemi pare siano nati dalle osservazioni che l'amministratore ha esternato in una riunione del 28 giugno scorso presso la commissione Trasporti della Camera. In quella sede Cattaneo ha criticato il piano della banda ultra larga del governo, irritando non poco il ministro Carlo Calenda.
Nel mese di marzo TIM aveva rinunciato a compiere investimenti nei bandi della società Infratel, una controllata dal ministero dello Sviluppo Economico.
Il manager dichiarò che il modo in cui erano stati approntati i bandi non erano convincenti e criticava il fatto che non fosse partito alcun cantiere per le gare di Infratel.
Vincent Bollorè, padrone della francese Vivendi, ha mal digerito l'atteggiamento di Cattaneo, in quanto TIM è già sotto la lente di controllo da parte della Autorità garante della concorrenza e del mercato per possibile abuso di posizione dominante. La stessa Vivendi è sotto osservazione per una posizione "vietata" nelle partecipazioni di maggioranza di TIM e Mediaset.
Chi paga?
Dall'esplodere della crisi del 2007 sono state messe in discussione queste "liquidazioni" molto generose da parte di aziende e banche. Il più delle volte le liquidazioni avvengono nei casi in cui i disastri dell'amministrazione hanno procurato danni irreversibili alle aziende.
Chi paga queste buone uscite milionarie? Un grande imprenditore, Adriano Olivetti, che ha portato la propria azienda ai vertici dell'innovazione a livello mondiale, e con una gestione umana e sociale dell'impresa che dovrebbe far da scuola ancora oggi, affermava che la differenza tra la paga più bassa e la più alta, in un'azienda, non dovrebbe supera le 10 volte. Altri tempi, altri uomini. Oggi a pagare è sempre pantalone-consumatore che, nel falso libero mercato, prende quello che gli viene imposto, compresi i milioni concordati con i manager.