Dopo mesi di polemiche, il decreto sui vaccini fortemente voluto dall'attuale ministro - senza competenze in medicina,- Lorenzin supera il ricatto della fiducia parlamentare. Come da copione.

La polemica.

Il decreto vaccini ha subito un parto travagliato e ostacolato da più parti. Sia da coloro che contestano l'uso dei vaccini come principio, sia da quanti, pur considerando le vaccinazioni come utili e necessarie, ritengono assurda l'imposizione di una serie ingente di vaccinazioni sui bambini. Non di meno lo stesso concetto di obbligo - e ricatto - messo in atto dal decreto e dalla ministra, suggerisce sospetti che dietro questa pioggia di vaccini vi siano forti interessi delle case farmaceutiche.

Il presupposto stesso dell'imposizione, che prevede sanzioni per i genitori e l'esclusione dall'iscrizione scolastica per i bambini, in caso di mancata ottemperanza delle disposizioni del decreto, fa nascere fortissimi sospetti di incostituzionalità.

L'opposizione.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che la copertura delle vaccinazioni in Europa è del 93% (contro il 91% degli Stati Uniti) - ha dichiarato in aula il parlamentare del M5S Alberto Zolezzi - aggiungendo che il governo vuole creare uno "Stato di Polizia Vaccinale" portando l'obbligo delle vaccinazioni a 10 (inizialmente erano 12) rispetto alle 4 esistenti. Da più parti è stato criticato il metodo con il quale è stato presentato questo decreto, di cui nessuno sentiva l'esigenza e l'urgenza.

Sono stati prevaricati diversi soggetti: i medici e i ricercatori che hanno sollevato dubbi sulla validità di siffatta iniziativa del governo, gli operatori sanitari già in carenza di personale grazie ai tagli indiscriminati sulla Sanità e che affronteranno enormi problemi di gestione di un numero così alto di vaccinazioni di massa, e infine le famiglie che si vedono obbligate a vaccinare i propri figli a fronte non di situazioni di emergenza conclamata ma per iniziativa di un ministro (che ribadiamo non ha nessuna competenza in campo sanitario).

In un paese come il nostro dove sprechi e malversazioni sono abbastanza ordinari nella Sanità, nonostante l'alto livello professionale di molti operatori, questa iniziativa desta molti sospetti. Nei mesi scorsi molte analisi si sono domandate se dietro questo decreto non ci siano delle pressioni delle case farmaceutiche. Come oramai abitudine le questioni politiche vengono non più discusse dal parlamento ma qualsiasi dubbio e opposizione vengono superati a colpi di fiducia.

Così è stato anche in questo caso. Le opposizioni contestano il fatto che un argomento così delicato avrebbe richiesto la consultazione di una commissione indipendente di esperti, per esaminare le diverse questioni poste, i vantaggi e tutti i rischi che una massiva vaccinazione può comportare.

Vedremo nei prossimi mesi se le ipotesi di incostituzionalità saranno vere; e non sarebbe una novità dal momento che le maggiori iniziative degli ultimi quattro governi - imposti al paese senza passare attraverso il giudizio degli elettori, - si sono distinte per i pasticci incostituzionali su cui erano fondate.