E' una vera e propria crisi economica "nera" quella che sta colpendo, in Italia, il settore artigianale negli ultimi otto anni. A renderlo noto, è uno studio effettuato dalla Cgia di Mestre secondo il quale, circa 158mila imprese attive, tra botteghe artigiane e piccoli negozi, sono state costrette a chiudere: di queste 145mila erano operanti nel settore dell'artigianato e 12mila nel piccolo commercio. Di conseguenza, 400mila posti di lavoro sono andati in fumo ed il Sud d'Italia è risultato il più colpito.

Cause e fattori

Vari fattori e cause hanno pesato sulla crisi di queste piccole e medie imprese come l'elevata tassazione, il forte calo dei consumi, l'impossibilità di accedere al credito, le pastoie burocratiche e per finire, l'aumento eccessivo del costo degli affitti.

Sono state le politiche commerciali legate alla grande distribuzione che , diventando più irruente, hanno costretto molti piccoli imprenditori a chiudere l propria bottega e a cessare, definitivamente, la propria attività.Si registra, continuamente, un calo costante che sembra non avere fine . Anche negli ultimi dodici mesi, il numero delle aziende dell'artigianato e del commercio al dettaglio, è sceso di 25.604 unità. Le categorie più colpite sono state quelle degli autotrasportatori, dei falegnami, degli edili e dei produttori di mobili. Invece, hanno registrato un risultato positivo i parrucchieri e gli estetisti, gli alimentaristi, i taxisti-autonoleggiatori, le gelaterie, le pasticcerie, i designer, i riparatori, i manutentori e gli installatori di macchine.

Vi è un urgente bisogno di rilanciare la crescita di questo comparto con il conseguente aumento dell'occupazione, attraverso un forte recupero dello svilimento culturale che ha subito il lavoro artigianale in tutti questi anni. Il "Jobs act", che ha introdotto la riforma sull'apprendistato, ha rappresentato un notevole passo in avanti verso quest'ultima direzione, ma sono necessarie, ancora, importanti riforme per invertire la tendenza negativa e per ritornare a crescere.

Si aprirebbero, così, tantissime nuove opportunità e possibilità di dare lavoro ad un numero considerevole di giovani che, attualmente, sono disoccupati. Anche se negli ultimi tempi, si è assistito ad un lieve aumento dei consumi, i guadagni di questa lieve crescita hanno riguardato, quasi esclusivamente, i grandi centri commerciali e poco o quasi nulla, la piccola distribuzione che ha visto, i propri profitti, diminuire inesorabilmente.