Nella piccola frazione di Ronchi del comune di cuneo si trova il mercato di bestiame d'Italia, tra i più grandi, dove la compravendita dei capi di bestiame viene effettuata con il vecchio conio. La parola "euro" è stata, in modo categorico, bandita. Le negoziazioni avvengono in lire in base ai chili o ai quintali: si può partire dalle 1.200 lire al chilo per giungere alle 8.000 per la carne di vitellone pregiata.

Gli affari sono affari

Tantissimi allevatori e commercianti provenienti da piemonte, Valle d'Aosta e dalla Francia, si recano in questa splendida località situata sulle rive del fiume Stura ed iniziano allegramente le loro trattative per ore ed ore con l'intento di ottenere un ottimo affare.

Per loro, un milione di vecchie lire fanno più effetto di 500 euro. L'importante, alla fine, è mettersi d'accordo sul giusto prezzo che può essere raggiunto anche con la classica stretta di mano.

Convertitore alla mano

A questo punto, l'euro torna prepotentemente a farla da padrone perchè le vecchie e care lire sono, ormai, fuori corso ed il pagamento deve essere effettuato con la nuova moneta. Quindi, con i convertitori alla mano, tutti i venditori e i compratori cominciano a convertire il prezzo pattuito in lire moltiplicandolo per quel numero che, in molti, hanno già dimenticato:1.936,27 ovvero il valore del cambio dell'euro in lire.

Convenienza

L'abitudine ad usare la lira al posto dell'euro per gli allevatori è una mera questione di convenienza per finalità meramente mercantistiche.

Infatti, con questo sistema, nel momento della contrattazione i prezzi variano di mille lire alla volta e non di un euro che, a questo punto, raddioppierebbe il valore.Purtroppo, anche in questo settore, la crisi economica si è abbattuta prepotentemente: i costi di gestione per gli imprenditori agricoli e i prezzi al consumo sono saliti notevolmente.

Per non parlare poi delle quotazioni degli animali da macello che sono rimaste ferme. Nonostante tutto il Miac, in tutti questi anni, è rimasto tra i mercati di bestiame più importanti d'Italia. Si tratta forse di folklore, tradizione o consuetudine, ma sta di fatto che la moneta unica europea rimane fuori dalla mentalità di questi uomini abituati ad un modo di operare "antico" che è duro a morire.

Convenienza a parte,sembra quasi che non vogliano adattarsi al cambiamento dei tempi forse, per uno spirito di conservazione di certe abitudini o, forse, per salvaguardare la memoria di determinate ritualità che, altrimenti, andrebbero perse.