Dopo il redditometro arriva il Risparmiometro. Ricordiamo che il Redditometro è uno strumento di cui si avvale l’Agenzia delle Entrate per calcolare eventuali incoerenze tra il reddito denunciato ogni anno dal contribuente e i vari acquisti effettuati nello stesso periodo di imposta. Questo proprio per scoprire tutti coloro che ad esempio guadagnano 100 ma spendono 300. Al contribuente spetterà dimostrare che tali soldi sono il frutto di una donazione, di un prestito, o di vincite al gioco.

Da quest’anno parte la sperimentazione per tutte le persone fisiche di un algoritmo progettato dall’Agenzia delle entrate, il Risparmiometro appunto, che prenderà in esame i dati presenti nell’archivio rapporti dei contribuenti e li confronterà con il reddito dichiarato.

A darne notizia è stato il quotidiano online Italia oggi, che ha precisato che gli interessati saranno tutte le presone fisiche intestatarie di rapporti finanziari in euro, con codice fiscale presente e valido nella banca dati dell'anagrafe tributaria.

Risparmiometro: ecco come funziona

Ne consegue che tutte le incongruenze saranno considerate indici di rischio ai fini di controlli. Spieghiamoci meglio: premesso che restano esclusi da tale algoritmo le società, il risparmiometro si concentrerà sull’eventuale incongruenza tra i redditi denunciati nella dichiarazione dei redditi e quanto viene depositato in banca. Se quindi il risparmio è superiore a ciò che il contribuente può accumulare con il proprio reddito, scatta il controllo fiscale e quest’ultimo è chiamato a giustificare tale surplus di denaro.

È alquanto improbabile ad esempio che egli abbia accumulato ogni mese per 12 mesi uno stipendio di 1500 euro senza spendere proprio nulla. Il contribuente infatti non può non aver mai avuto bisogno di prelevare nulla. Per quanto potrebbe essere un grande risparmiatore infatti avrà pur dovuto spendere dei soldi per fare la spesa e pagare le bollette della luce, gas, la benzina.

Come ci si può difendere? Cosa tener d'occhio?

A questo punto il contribuente avrà il diritto al contraddittorio, potrà difendersi appunto dicendo che tale reddito magari deriva da una successione o si tratta di arretrati dovuti dallo stesso in quanto dipendente statale. L’Agenzia delle Entrate dopo aver incrociato i dati finanziari e i redditi dichiarati non può applicare «presunzioni assolute» ma relative.

Qualora però il contribuente non riesca a superare tali presunzioni relative, il risparmio viene tassato in quanto considerato reddito.

Precisiamo infine che nel mirino dell’algoritmo del Risparmiometro finiranno il conto deposito titoli e/o obbligazioni, conto corrente, gestione collettiva del risparmio, gestione patrimoniale, rapporto fiduciario, certificati di deposito e buoni fruttiferi, conto terzi individuale e globale.