Anche quest’anno il Fisco ha deciso di incrociare milioni di dati fiscali. Il nuovo piano di controlli prevede una stretta sulle P.IVA, sulle fatture e sui pagamenti Iva, sui versamenti e sui prelevamenti.

Controlli fiscali sui conti correnti: le novità

Per quanto riguarda i controlli fiscali sui conti correnti, l’Agenzia delle Entrate, se il reddito annuo del professionista oggetto di controllo non è tale da giustificare l’ammontare dei versamenti sul conto corrente, può presumere che si tratti di somme di denaro derivanti da attività svolte in nero, con la conseguente tassazione delle stesse.

Si tratta di una presunzione legale che non necessita dei requisiti di gravità, concordanza e precisione .

Spetta quindi al contribuente dimostrare la provenienza legittima delle somme presenti nel conto corrente. Ne consegue che le diverse causali delle operazioni relative agli incassi professionali devono contenere gli estremi (data, numero ) della fattura alla quale si riferiscono. Per quanto riguarda i prelevamenti invece è molto importante conservare sempre copia degli scontrini fiscali ecc per giustificare le spese effettuate.

Stretta sulle partite Iva: OK a nuovi e più mirati controlli

Nell’occhio del mirino dell’Agenzia delle Entrate finiscono circa 1,4 miliardi di fatture, sulle quali verranno fatti i controlli incrociando i dati tra i documenti emessi e le liquidazioni periodiche Iva trasmesse al Fisco.

Tutto ciò grazie all’aiuto di Serpico, la banca dati del contribuente che agevolerà nel complesso tutto il lavoro. Le presunte anomalie vengono evidenziate nell'applicativo Space incrociando i dati tra le fatture emesse dai fornitori ed eventuali mancate liquidazioni. Verrà dunque inviata una comunicazione dopo il controllo periodico formale-sostanziale, dopo il quale il contribuente deve sanare la sua posizione oppure riportare i dati corretti.

Entro 6 mesi dall’attribuzione della partita Iva, il Fisco valuta l’eventuale presenza di elementi di rischio, come ad esempio omissioni o incongruenze nei versamenti e nelle dichiarazioni. Il titolare di P.IVA risulta privo dei requisiti soggettivi e/o oggettivi, riceverà un provvedimento di cessazione della partita Iva.

Termine di prescrizione dei controlli fiscali: cosa c’è da sapere

L’Agenzia delle Entrate deve rispettare dei termini per effettuare dei controlli fiscali che poi condurranno ad un accertamento fiscale. Vediamo, allora, il termine dei controlli fiscali dal 2018. I nuovi termini a partire dalla dichiarazione del 2017 (quindi, relativa ai redditi 2016) sono:

  • 5 anni con decorrenza dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello in cui è stata consegnata per le irregolarità nella dichiarazione dei redditi. Il termine dei controlli fiscali si conclude quindi il 31.12.2022;
  • 7 anni con decorrenza dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello in cui doveva essere consegnata per l’omessa dichiarazione dei redditi. I termini dei controlli fiscali si concludono il 31.12.2024.

Ricordiamo che fino poco tempo fa i termini di prescrizione sono stati di 4 anni, se ci sono state delle anomalie o delle irregolarità nella dichiarazione dei redditi, e 5 anni in caso di omessa dichiarazione dei redditi ( relativa agli anni 2015 e precedenti al 2015).