Secondo diversi analisti e trader, alla base delle turbolenze sui mercati finanziari registrate di recente, ci sarebbero le dichiarazioni del ministro dell'interno Matteo Salvini sulla riforma Fornero e la nomina dei parlamentari euroscettici Claudio Borghi e Alberto Bagnai alle commissioni Bilancio della Camerea e Finanze del Senato.
Mentre il discorso del ministro dell'economia Giovanni Tria aveva gettato acqua sul fuoco, riuscendo a tranquillizzare gli operatori finanziari, con conseguente inversione di tendenza sull'ampliamento dello spread, le esternazioni più recenti avrebbero contribuito a determinare un calo del 2% a Piazza Affari e un ampliamento dello Spread risalito a quota 237 punti base rispetto al Bund.
Il ruolo chiave delle aspettative
Come già sperimentato nei giorni immediatamente precedenti alla formazione del nuovo governo, quando il dibattito sul contratto in discussione tra la Lega e il Movimento Cinque Stelle, aveva diffuso una certa apprensione tra gli operatori finanziari, le parole del ministro dell'interno in merito alla volontà di abolire la legge Fornero sollevano incertezze sugli impatti per la prossima legge di bilancio.
A prescindere dalla considerazioni inerenti le dinamiche demografiche del paese, con una quota sempre maggiore di anziani rispetto alla popolazione in età da lavoro, secondo le stime più accreditate, un dietrofront sulla riforma previdenziale avrebbe un costo nell'ordine di 80-90 miliardi e dunque con un potenziale dirompente sul deficit dello stato.
Nel contesto di incertezza, determinato dalla contraddizione tra le rassicurazioni del ministro dell'economia e le prese di posizione di quello dell'interno, molti operatori hanno deciso di alleggerire le proprie posizioni sul nostro paese in termini di titoli azionari e obbligazionari.
Le nomine degli euroscettici
Secondo diversi operatori e analisti, come riportato dall'Huffington Post, un altra variabile determinante sarebbe costituita dalla nomina di due parlamentari Euroscettici alla presidenza delle Commissioni Bilancio della Camere e Finanze del Senato. In questo caso, la fonte di preoccupazione riguarderebbe la possibilità che le idee in merito all'uscita dell'Italia dalla moneta unica non siano state completamente accantonate dall'esecutivo, nonostante le rassicurazioni del ministro Tria.
A ben guardare, tuttavia, la composizione delle Commissioni riflette i numeri delle due forze politiche di riferimento in parlamento e l'autorità dei due presidenti, per quanto possa influenzarne l'agenda, non arriva al punto di determinarne significativamente il corso. Se dunque c'è stato un impatto dovuto a queste nomine, ha più a che fare con la loro valenza segnaletica che non con rischi sostanziali per il paese.