Dollaro australiano in rialzo nel corso della nottata, dopo che la Reserve Bank of Australia (RBA) ha deciso di mantenere i tassi d’interesse invariati all’1.5% e i dati relativi alla crescita del PIL hanno battuto le attese, facendo segnare un interessante +3,1% su base annua.

Gli ultimi numeri dell'economia australiana

La decisione della RBA di mantenere i tassi fermi all’1.5% era stata ampiamente scontata dal mercato, anche se il governatore Philip Lowe non ha mancato di evidenziare alcune criticità che potrebbero finire per impattare le prospettive di crescita nel breve/medio periodo.

A destare particolari preoccupazioni in modo particolare è il settore immobiliare a destare preoccupazioni, anche perché nonostante la politica monetaria ancora accomodante della RBA, i tassi d’interesse a cui le banche si approvigionano sui mercati finanziari stanno aumentando e questa dinamica potrebbe poi trasferirsi sul mercato al dettaglio. I mercati immobiliare di Sidney e Melbourne già mostrano segni di raffredamento, con prezzi delle case che nell’ultimo trimestre sono scesi dell’1% dopo una crescita piuttosto sostenuta nell’ultimo anno. Inoltre Lowe si è detto preoccupato per il tasso di sottoccupazione della forza lavoro che sta limitando la crescita dei salari.

Il contesto internazionale

Non dimentichiamo che circa un paio di settimane fa, in un intervento da titolo: “Australia’s deepening economic relationship with China: opportunities and risks”, Lowe ha citato tra i potenziali rischi la situazione non certamente trasparente del settore finanziario cinese, che ormai da alcuni anni rappresenta una spada di Damocle per i mercati internazionali.

Un collasso cinese rappresenterebbe per l’Australia un potenziale shock, che potrebbe anche interrompere una crescita economica che non conosce soste da almeno un ventennio. Secondo i dati pubblicati dal Dipartimento Australiano degli Affari Esteri e del Commercio, la Cina rappresenta per l’Australia quasi il 23.1% degli scambi commerciali totali.

La possibilità di una guerra commerciale tra Washington e Pechino potrebbe fungere da detonatore.

I toni utilizzati da Lowe potrebbero però nascondere una strategia per mantenere calmierato il dollaro australiano, visto che i dati economici sono decisamente positivi, con una crescita economica che ha toccato il 3.1% su base annua contro il 2.8% previsto dagli economisti, mentre su base trimestrale l’aumento del Pil è stato dell’1%, contro il +0.9% previsto. Un importante supporto è arrivato dalle esportazioni di materie prime, in particolare gas naturale liquefatto, ferro e oro e dall’aumento della spesa pubblica legato all’implementazione del nuovo National Disability Insurance Scheme, che ha comportato un aumento della spesa per consumi dell’1.6%.