Non ci sarà un secondo mandato per Claudio Costamagna, Presidente di 'Cassa depositi e prestiti' sin dal 2015. Come riporta il sito dell'Ansa, infatti, è stato lo stesso Costamagna a comunicare la sua decisione di rinunciare ad un secondo mandato, informandone in primo luogo il presidente di Acri e Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. Vediamo cosa dice il comunicato stampa rilasciato da Costamagna e quali scenari si aprono ora non solo per Cdp ma, anche per le circa 350 istituzioni pubbliche che a breve dovranno conoscere degli avvicendamenti agli organi di vertice, anche e soprattutto in funzione della nuova maggioranza parlamentare giallo - verde.

Il comunicato di Costamagna

Dopo aver ringraziato il presidente Guzzetti per la fiducia accordatagli in questi anni e confermata anche ultimamente, Costamagna ha evidenziato come si sia sentito onorato di presiedere un'istituzione come la Cassa depositi e prestiti che, in questi anni, ha svolto un ruolo cruciale nella politica industriale del nostro Paese. Dopo aver fatto i migliori auguri al suo successore e aver ringraziato anche l'amministratore delegato di Cdp, Fabio Gallia, per la proficua collaborazione intercorsa tra i due negli ultimi tre anni, Costamagna ha evidenziato come il lavoro di squadra, all'interno di Cdp, abbia portato l'istituto ad una crescita della redditività, ma anche ad una notevole crescita delle risorse messe a disposizione del Paese.

D'altra parte, il curriculum di Claudio Costamagna è di tutto rispetto. Solo per citare alcuni dati, dopo la laurea alla Bocconi nel 1981 comincia a lavorare nell'area financial di 'Citibank', e nel 1985 entra in 'Montedison' come direttore della corporate finance. Nel 1988 entra in 'Goldman Sachs' come responsabile investment banking per l'Italia e, successivamente, responsabile Italia e Chairman di 'Goldman Sachs Sim'.

Rimarrà in 'Goldman Sachs' fino al 2006 raggiungendo la posizione di presidente della divisione investment banking per l'Europa, Medio Oriente e Africa. Costamagna è stato anche presidente di 'Salini Impregilo' dal 2012 al 2015 e consigliere di amministrazione di importanti gruppi come Bulgari, Luxottica e Il Sole 24 ore. Ad ogni modo, Claudio Costamagna dovrebbe essere sostituito da un altro ex di Goldman Sachs, Massimo Tononi, già sottosegretario in un Governo Prodi ed ex presidente di Mps.

Tuttavia, il diretto interessato non ha confermato ancora questi rumours.

Il risiko da 350 nomine

Comunque, la sostituzione di Costamagna dà il via ad un risiko che tra governo e società a partecipazione pubblica dovrebbe coinvolgere quasi 350 posizioni differenti. Di queste, oltre la metà, esattamente 185, riguardano l'attività operativa del nuovo Governo a trazione penta-leghista. Infatti, come ha fatto notare il Sole 24 ore, dovrebbero essere nominati a breve almeno 8 viceministri e 35 sottosegretari, considerando la anche la nomina, già avvenuta, di Giancarlo Giorgetti quale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Solo per fare qualche esempio, il Pm Nino di Matteo (quello del processo sulla trattativa Stato-Mafia) sarebbe in predicato di divenire capo dell'amministrazione della giustizia del relativo ministero.

Inoltre, in Parlamento devono essere nominati i Presidenti delle 28 commissioni esistenti come da Costituzione. Ad esempio, l'economista della Lega, Alberto Bagnai, che proprio ieri è stato protagonista di un piccolo diverbio interno sulla flat tax con il collega di partito Armando Siri, dovrebbe andare alla commissione Bilancio. Per concludere, a fine giugno dovrà essere rinnovato il cda della Rai. Per ruoli di primo piano, come ad esempio l'amministratore delegato, si fanno i nomi di Vincenzo Spadafora, braccio destro di Luigi di Maio, ma anche di Enrico Mentana. Mentre per la presidenza sarebbero in corsa Carlo Freccero e Ferruccio de Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera.