«Questo è un giorno molto brutto per il commercio mondiale. Faremo immediatamente ricorso alla Wto e annunceremo misure compensative nelle prossime ore».

Sono queste le parole di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea dal 2014. Parole dure che non tardano a farsi sentire, visti i provvedimenti presi dal governo Trump. Infatti, dalla mezzanotte di oggi, entreranno in vigori nuove politiche economiche che prevedono l'applicazione di tariffe doganali su acciaio e alluminio, rispettivamente del 25% e 10%. A giustificare la sua decisione, Trump ha affermato che l'export di tali materiali minaccia di indebolire la sicurezza nazionale. La decisione si espande anche a Messico e Canada, che annunciano provvedimenti.

Il governo messicano ha deciso di rispondere con lo stesso trattamento: infatti applicherà le stesse misure imponendo dazi sull'export di prodotti che vanno dall'acciaio alla carne suina, persino su alcuni prodotti agricoli come uva e mirtilli.

La risposta europea

Inaccettabile per molti è stata la presa di posizione degli Stati uniti nei confronti dell'Unione, che si definisce compatta nel difendere le proprie industrie. «Siamo pronti a far fronte a qualsiasi tipo di scenario e a difendere gli interessi Ue e il diritto commerciale internazionale.», ha annunciato Margaritis Schinas, portavoce della Commissione Europea.

A nulla infatti sarebbero serviti i tentativi europei di un dialogo internazionale; secondo infatti i vertici del Parlamento Europeo, la decisione Usa è stata una presa di posizione volta a ottenere concessioni dall'Unione: è questo che afferma Cecilia Malmstroem, commissaria al commercio Ue: «Questo non è il modo in cui noi facciamo affari, e certamente non tra partner, amici e alleati di lunga data», ha commentato, mentre la direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha asserito: «I più poveri e meno privilegiati sono quelli che risentiranno di piu' in caso di distruzione degli scambi commerciali»

Infine, le parole della Merkel: «L'Europa risponderà in modo intelligente, risolutivo e condiviso».

Un asse dunque compatto, quello europeo, deciso a non farsi intimidire dalle scelte degli Stati Uniti e convinto a reagire contro le imposizioni prese unilateralmente che potrebbero danneggiare il mercato, le industrie e il libero commercio.

Cina e Giappone

Non solo l'asse Europeo si dice fermo nelle proprie posizioni e pronto a reagire, ma le critiche arrivano anche dall'estremo Oriente: difatti Cina e Giappone si dicono preoccupati dalla decisione che potrebbe avere delle serie ripercussioni sul mercato globale, ed entrambe affermano che gli Usa avrebbero violato le regole del Wto (World Trade Organization).