Jean-Claude Juncker è un nome che, nelle ultime settimane, ha acquisito visibilità agli occhi degli italiani. Il Presidente della Commissione Europea ha spesso impersonificato l'Europa che, in questo momento, non vede di buon occhio la politica fiscale del Governo Conte ed è pronta a non benedire l'ormai famosa "Nota di aggiornamento del Def" che consentirà al debito italiano di salire fino al 2,4% permettendo degli investimenti a debito. A parlare della situazione italiana è stato proprio Juncker che ha rilasciato un'intervista al quotidiano francese Le Monde, fornendo il proprio punto di vista sulla questione.

Juncker dice di amare l'Italia e di averla aiutata

"L'Italia non rispetta la parola data". Sono parole pesanti e che provengono da Juncker che le partorisce in relazione a quella che potrebbe essere la nuova manovra, per la quale prova a fare un nuovo appello affinché le autorità preposte nel Bel Paese "rispettino le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea". Un veto che non è figlio di alcun tipo di ostruzionismo o antipatia nei confronti dell'Italia che, anzi, Juncker dice di amare. Il Presidente Commissione Europea sottolinea che sarebbe il caso di smettere di descrivere le istituzioni europee come se fossero dei mostri freddi e chiusi all'interno di un bunker, capaci di essere insensibili all'appello del popolo.

E poi puntualizza il fatto che la possibilità di tanti investimenti italiani negli ultimi anni sarebbe dovuta al suo lavoro finalizzato a rendere più flessibile "l'interpretazione del Patto di Stabilità e Crescita". Questo addirittura gli avrebbe creato problemi con altri stati membri, dando vita a discussioni sui cui tavoli ha inteso far valere "i cicli economici e le spese straordinarie, come quelle legate alla crisi dei rifugiati".

Attraverso una clausola di investimenti ed un'altra finalizzata alle riforme strutturali Juncker avrebbe dato, nel suo pensiero, la possibilità di investire 30 miliardi in più, cosa che sarebbe stata impossibile se ci fosse stata un'applicazione fiscale delle regole.

Differenze nel deficit tra Francia e Italia piuttosto evidenti per Juncker

Juncker ritiene che ad oggi non si possa fare alcun tipo di paragone tra il deficit di Parigi e quello di Roma. Il debito transalpino per anni ha superato il 3%, ma il paragone tra il livello di indebitamento dei due paesi non è fattibile considerato che quello italiano, secondo Juncker, è molto più elevato. Inoltre ha puntualizzato ancora una volta che da quando guida la Commissione la Francia ha sempre mantenuto la sua parola non facendo nulla che potesse accrescere il suo deficit, mentre l'Italia non fa lo stesso.