Ancora aumenti per i conti correnti bancari, le cui spese di gestione nell’ultimo anno sono salite, secondo la consueta analisi di Bankitalia, ad un costo medio di 79,4 euro l’anno. Si tratta del secondo anno consecutivo di aumenti, dopo cinque anni consecutivi di riduzioni che avevano portato i costi dal record di 90 euro ai 76,5 euro del 2015. Spese che sono poi salite a 77,6 euro nel 2016 e ai 79,4 euro dell’ultima rilevazione sul 2017.

La stangata sui conti correnti: bancari, il dettaglio delle spese

Come ogni anno, la Banca d’Italia presentato un rapporto sui conti correnti bancari prendendo in esame gli oneri e le commissioni complessivamente addebitati alla clientela nel corso dell’ultimo anno solare, in questo caso il 2017.

L’indagine è stata compiuta analizzando i dati provenienti da un campione di oltre 14.000 conti, riconducibili a 670 sportelli, e a circa 850 conti correnti on line.

I dati in questione hanno evidenziato un aumento delle spese di 1,8 euro rispetto al 2016, per la maggior parte imputabili ai costi dei canoni base, mentre minore sembra essere l’incidenza dei aumenti riferibili ai canoni dei carte di debito e carte di credito.

Nel dettaglio, le spese fisse ammontano a 52,8 euro l’anno, 31 dei quali sono dovuti al canone base che ha subito un aumento di 3 euro rispetto al 2016, solo in parte compensato dalla diminuzione delle spese per i depositi titoli o per la liquidazione periodica degli interessi, attestati a 2,1 euro l'anno.

In aumento mediamente di 0,8 euro il canone per le carte di credito e di debito.

Più contenuto l’aumento delle spese variabili che hanno fatto registrare un incremento di 0,3 euro, principalmente dovuto alle spese per i bonifici online a ai pagamenti automatici.

'Una pessima notizia', le reazioni dei consumatori

I dati di Bankitalia sui costi dei conti correnti sono stati accolti negativamente dalle associazioni dei consumatori, in particolare dalla Unione Nazionale Consumatori che, attraverso il suo presidente Massimiliano Dona, fa sapere di considerare “una pessima notizia” i dati diffusi da via Nazionale, benché, a suo parere, l’aumento rilevato sia da ritenere sottostimato rispetto alla realtà.

Un dato, continua Donà, particolarmente negativo se analizzato nei dettagli, dai quali emerge come gli aumenti maggiori siano stati registrati sui canoni base, gravando quindi sui conti correnti meno movimentati, vale a dire quelli delle famiglie.