Reddito di Cittadinanza e Quota 100: il Movimento Cinque Stelle e la Lega non intendono indietreggiare. Le due misure rappresentano i capisaldi del contratto che lega le due forze politiche e nulla sembra poter impedire la loro intenzione di metterle in atto già a partire dal 2019. Neanche le minacce di procedura d'infrazione da parte dell'Europa serviranno a dissuadere Matteo Salvini e Luigi Di Maio, anime del governo presieduto da Giuseppe Conte, dall'andare avanti per la propria strada.
Lo hanno detto a chiare lettere che non sarà uno "zerovirgola" a mettere i bastoni tra le ruote a misure che, nelle loro idee, possono far segnare la ripresa dell'economia italiana.
Tria pare il più morbido nei confronti dell'Ue
L'idea, ormai arcinota, è quella di innalzare il debito per finanziare la misura e stimolare la crescita. La previsione di spesa dovrebbe portare l'Italia a raggiungere un debito pari a 2,4%, dato che, attualmente, non è nelle stesse previsioni dell'Europa che vede il Bel Paese proiettato verso un deficit del 2,9%, stanti le attuali scelte governative. Gli ultimi rumors dicono che se l'Italia dovesse trovare il modo, mantenendo gli attuali programmi, di generare risparmi tali da far stare il debito in previsione entro il 2%, l'Europa potrebbe fare un passo indietro ed evitare di mettere in atto quelle che sarebbero le procedure di infrazione che, nella storia dell'Unione Europea, non avrebbero precedenti.
Tria che, nel governo, continua a mantenere la posizione più morbida nei confronti degli organi continentali, da leader del Mef, suggerisce di ridurre il deficit affinché si eviti qualsiasi tipo di problema diplomatico.
La posizione della Francia può aiutare l'Italia
La posizione più bellicosa, in senso dialettico, continuano ad averla Matteo Salvini e Luigi Di Maio, in luogo del pensiero leghista e grillino. Loro sono disposti a scendere fino al 2,2%, attraverso un'opera di tagli che non dovrà in alcun modo intaccare ciò che hanno promesso agli italiani. Lo stesso Conte, riferendo alla Camera, ha detto "No al rigorismo miope". Ciò che in un certo penso potrebbe cambiare il pensiero della Commissione Europea e le carte in tavola potrebbe essere ciò che sta avvenendo in Francia.
Le pressioni e le proteste dei gilet gialli hanno indotto Macron a concedere un aumento di 100 euro sui salari minimi ed una detassazione degli straordinari. Misure che, secondo le previsioni, potrebbero far sforare la Francia fino al 3% di debito, potendo però contare su un'economia più forte.
Tuttavia quel numerino, per dirla alla Salvini, potrebbe diventare una leva attraverso cui l'Italia, intesa come governo, potrebbe battere i pugni sul tavolo e richiedere un minore rigore rispetto alle proprie strategie economiche, provando a scongiurare eventuali procedure per infrazioni. Non è un caso che il paese transalpino si troverebbe a sforare per richieste che sono contenute nella manovra italiana. Entro il 19 dicembre, data degli ultimi appuntamenti con l'Ue, si saprà tutto.