Settimana decisiva quella che si sta trascorrendo: il testo della nuova manovra finanziaria approda in Senato dove dovrebbero arrivare i correttivi al fine di garantire la diminuzione del deficit rispetto al Pil richiesta dalla Commissione Europa che potrebbe arrivare al di sotto del 2 %.
La manovra giunge al Senato
Entro il 19 dicembre, infatti, il Governo Conte dovrà dare una risposta sui nuovi interventi messi a Bilancio oltre ai tagli per circa 7-8 miliardi di euro dei costi richiesti dalle misure. Come riporta il quotidiano "La Repubblica", il testo della Legge di Stabilità sta seguendo il suo iter al Senato dove dovrebbero arrivare le nuove modifiche volte a dare una risposta affermativa all'Unione Europea ed evitare la preoccupante procedura d'infrazione.
Resta ancora un capitolo aperto quello riguardante l'aspetto previdenziale, ovvero, il famigerato meccanismo della quota 100 e il cosiddetto reddito di cittadinanza più volte sbandierato dal Movimento 5 Stelle che avanzeranno per Decreto Legge.
Quanto alla Quota 100, infatti, il Governo giallo-verde ha formulato diverse ipotesi volte ad alleggerire il peso della misura: dalla riduzione della platea dei potenziali beneficiari alla partenza lenta dell'intervento o addirittura ad una misura in via sperimentale da utilizzare solo per un triennio con l'obiettivo finale di garantire a tutti i lavoratori l'uscita anticipata dopo il raggiungimento dei 41 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica.
Sempre come afferma La Repubblica, una modifica strutturale rischierebbe di compromettere la trattativa con la Commissione Europea. Cosa assai diversa, invece, nel caso in cui si arrivasse ad una finestra solo per il 2019 rimandando al futuro la valutazione della sostenibilità economica. Per il reddito di cittadinanza, invece, sorgono ancora dubbi su portata ed incidenza.
Salvini chiude al taglio degli assegni d'oro
Intanto, il ministro dell'Interno Matteo Salvini avrebbe dimostrato la sua contrarietà sul taglio degli assegni d'oro tanto caro al vicepremier pentastellato Luigi Di Maio: il segretario federale della Lega, infatti, avrebbe chiuso ad una possibilità di sforbiciata degli assegni alti dal 25 % al 40 % come ipotizzato dal collega grillino.
E non mancano le risposte da parte delle tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil che si sono dimostrati favorevoli all'uscita anticipata con Quota 100 anche se, dal canto loro, la misura è insufficiente. Stando a quanto affermato da "Il Sole 24 Ore", inoltre, per i sindacati serve una correzione sulla manovra visto che, non raccoglie le misure necessarie sul tema lavoro e sviluppo.