Il Consiglio dei Ministri ha licenziato positivamente la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, probabilmente l’atto di governo più importante dopo la legge di Bilancio. Tra flat tax, aliquote Irpef e riduzione Ires, il governo sembra proseguire sulla lotta serrata all’evasione fiscale. Come riporta il quotidiano “Il Giornale” del direttore Alessandro Sallusti, l’esecutivo giallo-verde sembra stia preparando interventi normativi che incentivino l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili. Impossibile non collegare operazioni che spingano ad utilizzare moneta elettronica con i correlativi limiti all’uso del contante.
Con il Def, cioè con l’atto preparativo della prossima manovra di Bilancio di fine 2019, anche se tra le righe e senza indicazioni precise, si evince l’intenzione di correggere al ribasso il limite all’uso del contante che ha subito l’ultimo correttivo con il governo Renzi.
Come è cambiato l’uso dei soldi in contanti per i pagamenti
Oggi si può utilizzare il danaro liquido, cioè i contanti, solo se l’operazione di pagamento non supera 2.999 euro. In parole povere, a partire da 3.000 euro è necessario per gli scambi di denaro utilizzare la moneta elettronica e tutti gli strumenti tracciabili oggi funzionanti. Assegni non trasferibili, bonifici, giroconto, carte di credito e carte di debito sono tra gli strumenti possibili e più utilizzati.
Questo limite vale per qualsiasi tipologia di operazione di trasferimento e pertanto anche su donazioni, vendite o prestiti. L’unica cosa che resta fuori da questi limiti sono le movimentazioni fisiche dei soldi in banca, cioè depositi e prelievi. Il primo tassello normativo al limite dell’uso di soldi in contanti è del 1991, quado tale limite fu fissato a 20.000 euro.
Nel 2008 invece tale soglia è stata abbassata a 12.500 per poi scendere ancora nel 2010 a 5.000. Il colpo più pesante arrivò nel 2011, quando si decise di fermare il limite a 1.000 euro, salvo poi tornare a salire, come dicevamo, con l’ultimo governo Renzi 2016 con il limite che è quello oggi in vigore.
Cosa si evince dal Def
Oltre al Giornale, anche il noto quotidiano economico finanziario il “il Sole 24 Ore” si è occupato dell’argomento. Anche senza richiamare chiaramente alla riduzione del limite, dal Def si evince che sia allo studio una modifica ai limite dell'uso del contante. Il Governo nel Pnr e nelle tabelle allegate evidenzia come l’evasione fiscale e contributiva è molto elevata, assestandosi ad oltre 107 milioni nel 2016. Per di più, la fragilità dell’economia nostrana sembra spingere i contribuenti a rispolverare il risparmio “sotto il mattone”, fattore questo che aumenta eventualmente l’evasione e l’uso del contante. Ecco perché ipotizzare un netto abbattimento del limite massimo per cui è possibile usare il danaro liquido non è esercizio del tutto azzardato.