Il Consiglio dei Ministri, ieri sera, dopo una breve riunione ha approvato il Def. Nell'atteso Documento di economia e finanza, si è messa "nero su bianco" una crescita inferiore alle aspettative, un sostanziale aumento del debito e si è fatto solo qualche accenno alla flat tax, tanto voluta dal ministro Matteo Salvini e dalla Lega. Confermati i programmi di governo, si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Def approvato

L'approvazione del Def - il documento che delinea il quadro macroeconomico e presenta tutte le politiche economiche e finanziarie - arriva al termine di un lungo vertice durante il quale si è cercato di "trovare la quadra sui numeri" e di mettere d'accordo le diverse parti interessate.

Luigi Di Maio, leader dei Cinque Stelle, ha incassato un capitolo ad hoc sugli sgravi per le famiglie, mentre Matteo Salvini, numero uno del Carroccio ha ottenuto un semplice riferimento alla ‘flat tax’ (senza alcuna indicazione delle due aliquote del 15 e del 20%).

In una nota, Palazzo Chigi, ha sottolineato che il documento varato è in linea «con i programmi di governo inseriti nella legge di bilancio e rispetta gli obiettivi fissati dalla commissione europea».Il governo ha poi ribadito l'intenzione di perseguire i principali obiettivi della sua azione e la volontà di ridurre progressivamente il gap di crescita con il resto d'Europa ed il rapporto debito/Pil.

Per effetto della bassa crescita, infatti, il rapporto deficit- Pil, a fine anno, salirà al 2,4%.

Il Def, comunque, traccerebbe un sentiero di finanza pubblica in grado di ridurre in maniera graduale il deficit fino all'1,5 per cento (entro il 2022) che determinerebbe un miglioramento quasi equivalente del saldo strutturale. Il deficit strutturale, secondo le nuove proiezioni, scenderebbe quindi dall'1,6 per cento del Pil attuale allo 0,8 per cento nel 2022 (mantenendosi in linea con una graduale convergenza che porterebbe verso il pareggio strutturale).

Nello scenario programmatico, la crescita del Pil è risultata superiore rispetto allo scenario tendenziale (eccezion fatta per l'anno finale) e si è attestata allo 0,2 per cento per il 2019; nei prossimi tre anni, invece, aumenterà fino allo 0,8 per cento.

Per quanto riguarda il debito pubblico che quest'anno si attesterà al 132,6% (l'anno scorso si era fermato a 132,2%) serviranno almeno 3 anni affinché possa scendere sotto il 130% del prodotto interno lordo.

La Flat Tax? Si farà

Il premier Conte, nella speranza di mettere a tacere sul nascere le voci su un'eventuale manovra bis (e su conseguenti nuove imposte) si è affrettato a dichiarare che non ci saranno né nuove tasse né manovre correttive.

Non tutti i nodi, però sono stati sciolti. Durante l'incontro, Lega e 5Stelle si sono scontrati con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria sullo spinoso capitolo dell'aumento dell'Iva. La maggioranza assicura che tutti i problemi verranno risolti e non scatteranno le tanto temute clausole di salvaguardia.

Anche la flat tax rimane un'incognita. Matteo Salvini ha dichiarato che si farà e ha fatto notare che nel Def se ne parla in due passaggi. Per molti, però resta un semplice annuncio, mera propaganda: dal documento, infatti, è scomparso il richiamo alle due aliquote, il rimando «ai prossimi anni» ed i riferimenti ai vincoli di bilancio si sono fatti più sfumati.

"Così è una farsa - hanno fanno notare i grillini - ci sono solamente due righe nella parte discorsiva".

Il punto, però è che il ministro Tria crede che flat tax e disinnesco dell'Iva, insieme, siano insostenibili in quanto costerebbero troppo e non ci sono valide coperture. "La riduzione dell’imposta ai dipendenti" ha spiegato richiamando le clausole di salvaguardia da 23 miliardi - imporrà inevitabilmente l’aumento all’Iva".