Prime grane per Alexis Tsipras. Secondo quanto riporta Deutsche Presse Argentur, l'Ansa tedesca, il nuovo governo ellenico avrebbe ereditato 4 miliardi di debiti dal governo Samaras. La notizia fornita da un dirigente del ministero delle finanze greco di cui non è stata fornita l'identità non ha ancora trovato conferme ufficiali, ma certamente fa calare qualche dubbio sulla completa attuabilità nel breve termine delle promesse elettorali che hanno permesso lo scorso 25 gennaio a Syriza di vincere le elezioni.
Le promesse
Il costo economico delle promesse di Tsipras è molto alto.
Almeno 11 miliardi e mezzo secondo alcune stime. Tra le più costose c'è sicuramente la riassunzione di tutti i dipendenti statali licenziati per effetto della cura dimagrante imposto dalla Troika. Il quasi raddoppio del salario, da 450 a 751 euro, così come il ripristino della tredicesima per le pensioni più basse. Ma anche il pagamento delle bollette elettriche e dei buoni pasto per gli incapienti e l'innalzamento della soglia fiscale dai 5mila ai 12mila euro in un Paese che ha una fedeltà fiscale bassissima. Senza contare il ripristino dell'assicurazione sanitaria ai disoccupati in un comparto, quello sanitario, che ha subito più del 50% dei tagli negli ultimi due anni.
Perché Tsipras pagherà i debiti
Secondo Lucrezia Reichlin, docente di Economics alla London School of Economics non è credibile che la Grecia non paghi i suoi debiti semplicemente perché rischierebbe di perdere accesso al mercato.
Attualmente la Grecia ha un costo per il finanziamento nei mercati del debito insostenibile: circa il 10%. E perdere la fiducia dei suoi prestatori equivarrebbe a dire perdere l'accesso ai mercati e perdere i finanziatori.
Le scadenze
Oltre ai debiti in bilancio ereditati dal governo Samaras ci sono le scadenze dei prestiti erogati in passato.
Solo a marzo Tsipras si troverà a dover far fronte ad una spesa di 4,3 miliardi. A luglio altri 3,5 miliardi e ad agosto altri 3,7. Insomma la somma da trovare nel breve periodo è circa di 21 miliardi di euro. Senza dimenticare i 330 miliardi di debito che corrispondono a circa il 175% del Pil.
Le prime mosse di Tsipras, certamente lungimiranti, non vanno verso quest'esigenza immediata.
Come prime mosse infatti è stato annunciato il blocco delle privatizzazioni verso la Cina del porto del Pireo, il maggiore del Paese, e probabilmente quello di Tessalonica. Stessa sorte per l'azienda elettrica Dei e le Ferrovie dello Stato. Tutte misure chieste dalla Troika per sbloccare gli aiuti da 7 miliardi attualmente congelati.
Nei giorni scorsi il presidente della Bce Mario Draghi ha auspicato che in Grecia avvenga un controllo dell' "evasione fiscale diffusa". Dalla lotta all'evasione fiscale, che si attesta sui 70 miliardi, e dal rientro in patria dei capitali giacente sui conti esteri, che alcuni danno sui 100 miliardi, potrebbe giungere lo slancio per alcune delle misure del programma elettorale di Tsipras.
Difficile vederne gli effetti immediati nel breve termine, visto che queste misure necessitano di tempo per concretizzarsi, mentre alla Grecia servono soldi subito. Anche per questo appare sempre più lontana la rottura con i partner dell'Eurozona così come è difficile che avvenga un muro contro muro con la Troika.