Premesso che si ha "credit crunch" quando le banche erogano meno finanziamenti alle imprese o prestano denaro applicando tassi d'interesse crescenti. Si ha credit crunch quando cioè le aziende del credito mostrano meno propensione al credito stesso. Ciò dovrebbe proseguire per tutto il 2014 e si manifesterà più che nel rischio di aumento dei tassi d'interesse quanto nel calo tendenziale della corresponsione di liquidità al settore dell'economia reale.

Calo dei tassi - Nel bimestre febbraio-marzo 2014 si è registrato un calo dei tassi applicati a quasi tutte le tipologie di prestiti:

- i tassi per i mutui immobiliari sono diminuiti dal 3,73% di febbraio al 3,70% di marzo;

- per i crediti al consumo, sempre per lo stesso periodo, dal 9,61% al 9,53%;

- per i nuovi crediti alle imprese non finanziarie, fino ad un milione di euro, dal 4,40% al 4,21%.

Risparmiatori - Gli unici tassi a salire riguardano i nuovi crediti che superano il milione di euro, che subiscono un incremento dal 2,79% al 2,89%. I tassi passivi, quelli imposti ai depositi dei risparmiatori, sono pari allo 0,94%.

Calo dei prestiti - Sono i prestiti al settore privato a risentire maggiormente del credit crunch: i prestiti alle famiglie sono calati del -1,2% a febbraio e del -1,1% a marzo, mentre i prestiti alle imprese non finanziarie passano, dal -5,1% di febbraio al -4,4% di marzo.

Mutui - Dai dati si evince, su base bimestrale, che il calo del credito a famiglie ed imprese, è sicuramente decelerato ma sempre in calo e che le sofferenze bancarie continuano a crescere ad un ritmo inferiore.

Per le famiglie sono migliorate le condizioni per ottenere mutui, per le imprese continua a pesare il credit crunch.

Banca d'Italia - Da un rapporto della Banca d'Italia sul credito si desume che le condizioni di offerta dei prestiti alle imprese sono state restrittive, seppure lievemente, a causa del rischio percepito riguardo le prospettive, ritenute incerte, dell'attività economica in generale e, di particolari settori e imprese.

Il lieve margine positivo registrato sembra sia dovuto a due cause: gli intermediari hanno allentato i criteri di offerta dei prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni, sia per la riduzione dei costi di provvista, sia per l'aumentata pressione concorrenziale da parte di altre banche e istituzioni finanziarie. I destinatari sono stati soprattutto le famiglie, la cui domanda è aumentata notevolmente, mentre si è registrato un calo nella domanda delle imprese.

L'allentamento delle politiche creditizie ha generato una riduzione dei margini sulla media dei prestiti e, allo stesso tempo, un aumento del rapporto tra valore del prestito e delle garanzie.

Ripresa economica - La ripresa economica in Italia sembra essere meno pronunciata rispetto a quella degli altri Paesi, e un decrescente afflusso di liquidità nel settore reale, e quindi, come effetto di ritorno, le incognite che si prevedono nel futuro sono maggiori.

Corte dei Conti - Per la Corte dei Conti è "difficile che le molte ragioni sottostanti all'inaridimento dei flussi creditizi (necessità di ricapitalizzazione degli istituti bancari, elevata incidenza delle sofferenze, stringenza dei vincoli prudenziali imposti da Basilea 3, possano venire meno nel volgere di pochi mesi". Ciò significa che per tutto il 2014 è molto probabile che la restrizione creditizia continui.