A risentire della crisi economica sono soprattutto le generazioni dei lavoratori più giovani, spesso pieni di idee ma privi di risorse finanziarie ed economiche. La mancanza di un'occupazione stabile e i lavori sempre più precari impediscono infatti ai lavoratori l'accesso a forme di finanziamento (private o bancarie) tali da garantire l'avvio e il sostenimento dei costi di un progetto imprenditoriale ambizioso.
Resto al Sud, un aiuto a misura di giovane
Per finanziare le imprese giovani e favorire la ripresa del sud Italia Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, ha recentemente approvato un apposito decreto, contenente al suo interno una nuova misura battezzata "Resto al sud": un intervento che prevede lo stanziamento di prestiti a copertura dell'investimento fino 40 mila euro (di cui 35% a fondo perduto e 65% a tasso zero).
Chi può accedere al finanziamento?
L'intervento ha come scopo quello di avviare e sostenere l'imprenditoria giovanile nel Meridione, specificamente nella produzioni di beni e servizi nei settori agricoltura, artigianato e industria. Per evitare l'uso fraudolento dei fondi l'agevolazione non sarà riconosciuta per le spese destinate alla progettazione e al personale (onde evitare il ricorso a consulenze finte che hanno come unico scopo l'accaparramento illegittimo delle risorse messe a disposizione); mentre sarà possibile chiedere un aiuto economico per il finanziamento di azioni di accompagnamento allo sviluppo dell'impresa promosse da enti pubblici o non pubblici riconosciuti e accreditati.
Il decreto inoltre così come approvato ha previsto tutta una serie di interventi ed agevolazioni che mirano a velocizzare lo sviluppo del Paese.
Meritano per esempio di essere accennate le ZES (Zone Economiche Speciali) che puntano alla sperimentazione di nuove forme di governo economiche in determinate zone d'Italia (come aree portuali e zone ad essere collegate). Alle ZES saranno riconosciute importanti agevolazioni aggiuntive rispetto a quelle riconosciute dal regime ordinario.
Il riconoscimento di Zona Economica Speciale però sarà subordinato alla presentazione preventiva di un progetto di sviluppo ad hoc da parte della Regione interessata, il quale verrà coordinato da un soggetto rappresentate la Pubblica Amministrazione che risponderà direttamente all'autorità regionale e portuale.