L’elezione di Giuliano Poletti come Ministro del Lavoro apre importanti scenari in tema di riforma delle Pensioni, in particolare per tre categorie di lavoratori usciti con le ossa rotta dalla Legge Fornero: stiamo ovviamente parlando di precoci, esodati e usuranti.
Poletti appartiene all’area della Sinistra italiana, proviene da una lunga militanza nel partito Comunista ed è Presidente della Lega cooperative Nazionale; precoci, esodati e usuranti si attendono molto da lui nella speranza che possa essere impressa una decisa accelerata in tema di riforma delle pensioni per questo 2014.
Cerchiamo adesso di comprendere su che linea di intervento potrebbe orientarsi il nuovo Ministro e quale sia la più grande criticità di fondo che dovrà affrontare.
Riforma Pensioni 2014: precoci, esodati e usuranti, Poletti lavorerà per modificare la Legge Fornero, sostenibilità del sistema previdenziale la chiave
Nel corso dei mesi precedenti, Poletti non ha rilasciato esplicite dichiarazioni in tema di riforma delle pensioni, ma ai più appare ovvio come il primo intervento da implementare debba essere costituito da una modifica del dispositivo normativo contenuto nella Legge Fornero (proposito invece spesso evidenziato in passato dal nuovo premier Renzi).Niente stravolgimenti o abrogazioni ma soltanto un assestamento, con la piaga sociale rappresentata dal caso esodati che necessita adesso più che mai di una risoluzione definitiva; nelle settimane scorse, l’INPS ha infatti rilasciato i dati relativi alla liquidazione delle pensioni che hanno interessato gli esodati salvaguardati dal governo, ed è risultato che solo 1 esodato su 5 all’interno della platea di salvaguardati si è effettivamente visto recapitare la pensione.
Dall’altra parte, precoci e usuranti hanno già raggiunto il massimo degli anni di contributi ma non possono accedere alla finestra pensionistica per via del mancato raggiungimento dell’età pensionabile, ecco che una riforma delle pensioni che consenta di attribuirgli il diritto all’uscita dal lavoro (magari tramite una forma di prepensionamento) rappresenterebbe la chiave non solo per sbloccare la loro situazione ma anche per creare nuovi posti del lavoro e dunque per fomentare un ricambio generazionale ormai indispensabile per il tessuto lavorativo italiano.
La reale criticità di fondo con la quale avrà però a che fare Poletti – e in questo condividerà l’onere con il ministro dell’Economia Padoan – è la sostenibilità del sistema previdenziale, l’unica vera chiave di ogni possibile intervento; è in fin dei conti a causa di questa mancata sostenibilità che sin qui non si è intervenuto sulla Legge Fornero, fattore al quale ne vanno comunque aggiunti altri legati ad una precisa volontà politica.
Una modifica senza stravolgimenti della Legge Fornero e un ampliamento della flessibilità in uscita con la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro a fronte di penalizzazioni molto ridotte rispetto a quelle attualmente previste dalle norme: queste le vie maestre che Poletti percorrerà in tema di riforma delle pensioni 2014. Precoci, esodati e usuranti attendono una risoluzione ormai da troppo tempo, è un dovere fargliela avere in tempi brevissimi.