Nonostante quello connesso alla riforma delle pensioni per questo 2014 costituisca uno dei temi più delicati che il nuovo esecutivo è chiamato ad affrontare, sin qui né il premier Renzi né il ministro del lavoro Poletti hanno seriamente affrontato l’argomento.
In particolare Renzi col suo Jobs Act aveva a disposizione una grande opportunità, ma fra i numerosi temi oggetto di trattazione (disoccupazione giovanile e riforma dei contratti di lavoro su tutti) il Premier non ha minimamente fatto cenno al capitolo riforma Pensioni 2014, con ciò scatenando l’ira dei diretti interessati, che nel cambio di governo avevano riversato importanti speranze.
Accanto all’immobilismo di Renzi sorprende e non poco quello del ministro Poletti, che nonostante abbia già avviato i primi colloqui con le parti sociali non ha sin qui mai affrontato il fronte riforma pensioni 2014, evitando di trattare l’argomento anche in pubblico. Quali sono allora i possibili scenari? Si interverrà sulla Legge Fornero, causa e origine di quasi tutte le vertenze previdenziali aperte? Cerchiamo di scoprirlo.
Riforma pensioni 2014: Renzi e Poletti non intervengono, Legge Fornero intoccabile – Preoccupa l’immobilismo delle Istituzioni
Come accennato, né Renzi né Poletti hanno mostrato di tenere in considerazione (almeno per il momento) le vertenze connesse alla questione riforma pensioni 2014, con numerose categorie di lavoratori (esodati, Quota 96, precoci ed usuranti su tutti) ad attendere risposte concrete ormai da tempo.
Eppure, nel periodo immediatamente precedente il proprio insediamento, il premier Renzi aveva trattato il tema riforma pensioni 2014 sottolineando la necessità di intervenire sulla Legge Fornero, comunque da non stravolgere ma certamente da rivedere.
Poletti è invece sin da subito apparso più timido sull’argomento, limitandosi a dichiarare che non avrebbe gettato alle ortiche quanto di buono fatto dal precedente governo; nel corso di numerosi contributi, abbiamo già sottolineato come proprio la linea d’intervento dello scorso esecutivo si sia rivelata fallimentare, incentrata com’era sulla predisposizione di strumenti da doversi adottare su base volontaristica da parte dei lavoratori (pensiamo all’ipotesi del prepensionamento con prestito INPS) piuttosto che su una riforma delle norme vigenti. E dunque su una modifica della Legge Fornero.
Al momento nulla di tutto questo sembra palesarsi, con Renzi e Poletti che sembrano allineati sulla medesima via percorsa dagli scorsi governi; la Legge Fornero, che ha portato tra gli altri alla nascita dei casi esodati e Quota 96, rimane intoccabile. Considerate le risorse che Renzi intenderà impiegare all’inizio del proprio mandato, il dubbio concreto è che il mancato intervento sulla Legge Fornero non sia imputabile ad una carenza di fondi quanto ad una precisa volontà politica che al momento non punta su una modifica di tale dispositivo normativo.
Magari il tempo ci smentirà, anche se proprio il fattore tempo non gioca a favore delle categorie interessate. Esodati, Quota 96, precoci e tutta una serie di categorie lavorative attende infatti da anni una riforma delle pensioni, e pare francamente doveroso darvi corso in questo 2014.