Durante la VII Commissione Cultura, Il Ministro dell’istruzione Stefania Giannini dichiara che la questione Pensioni Quota96 è oramai diventata un “capitolo politico” e che non intende farne una “battaglia primaria” ma trovare il modo di rimediare sfruttando le risorse disponibili. Le dichiarazioni della Giannini arrivano in seguito all’approvazione del Parlamento di una Risoluzione che impegna il Governo a risolvere la questione Quota 96 che coinvolge, lo ricordiamo, circa 4mila docenti.

Il Ministro ha, infatti, risposto alle domande rivolte dai parlamentari della VII Commissione cultura dichiarando la sua ferma convinzione sul fatto che la questione Quota 96 non sia un “problema amministrativo, ma legislativo”. Il ministro si sofferma sull’origine della questione, che a suo avviso appare derivata esclusivamente dall'"applicazione di una legge che non aveva visto la particolarità della Scuola".

Il Ministro dell’istruzione Stefania Giannini ha, in risposta a tali dichiarazioni, concluso con la necessità di non farne una battaglia primaria ma di rimediare ricercando le risorse per poterlo fare, nell'ambito del DEF 2014. Il Governo dovrà trovare la copertura finanziaria necessaria per riparare al danno e mandare e mandare in pensione gli “esodati”  dei lavoratori “quota 96”, valutandone anche la possibilità di una reintroduzione di “meccanismi di flessibilità di uscita” rispetto ai nuovi limiti anagrafici, tramite un sistema di incentivi e disincentivi.

Sembra chiaro il fatto che con l’accettazione della Risoluzione 8-00042 approvata dalle Commissioni V e XI della Camera su i nuovi impegni del Governo verso i “quota96 scuola”, sia necessario modificare la controriforma delle pensioni Fornero che coinvolge 4mila dipendenti scolastici, che da più di due anni richiedono l’accesso al trattamento pensionistico (vecchiaia e anzianità di servizio).