Il governo Renzi ha preso posizione sul tema scottante e purtroppo sempre attuale degli esodati. La linea principale sembra essere quella del prepensionamento, già ipotizzata dal Ministro della Pubblica Amministrazione Madia.

Il ministro del lavoro Giuliano Poletti, in riferimento alla riforma delle Pensioni 2014, ha infatti confermato la volontà di creare "uno scivolo che consenta di collegare la condizione di queste persone al pensionamento". Si tratterebbe quindi di una specie di ponte prima del pensionamento vero e proprio che accompagni chi si trova in questo limbo permettendogli di fare una vita decorosa.

È innegabile che si tratta di un'operazione costosa e che quindi va fatta in maniera razionale e con cognizione di causa. Il prepensionamento dei dipendenti pubblici servirebbe anche a risolvere il problema degli esuberi (che il commissario della Spending Review Carlo Cottarelli ha stimato in 85.000 unità). Il primo effetto dovrebbe essere quello della staffetta generazionale, con nuove possibilità per i giovani. L'onorevole Cesare Damiano ha auspicato che la politica del prepensionamento sia applicata anche nel settore privato oltre che nel pubblico (soprattutto per i lavori usuranti).

L'idea parallela è quella di creare un canale preferenziale e agevolazioni fiscali per le aziende che assumono risorse avanti con l'età che hanno perso il lavoro. Già da prima del suo insediamento il Presidente del Consiglio aveva più volte definitivo quella degli esodati come un'emergenza e una empasse vergognosa.