Venerdì scorso è stato presentato dal Governo Renzi il disegno di legge sulla riforma della Pubblica Amministrazione. Rispetto a quanto si era ipotizzato nei giorni precedenti, non si parla di prepensionamenti e nemmeno del cosiddetto 'esonero dal servizio'. Questi provvedimenti avrebbero permesso ai lavoratori di lasciare il lavoro prima di quanto stabilito dalla legge Fornero. Questo stop deriva dalla volontà di non evidenziare quelle disparità tra dipendenti pubblici e quelli privati e anche per non mettere in risalto la situazione degli esodati che sono ancora in attesa di un provvedimento che possa risolvere la loro problematica.

Al momento, è ferma anche l'ipotesi dell'uscita anticipata per le donne a 57-58 anni con il calcolo contributivo dell'assegno pensionistico.

E', invece, stata approvata l'abolizione della norma del 'trattenimento in servizio'. Secondo il parere del premier Renzi, in questo modo si libereranno 15mila nuovi posti di lavoro, la cosiddetta 'staffetta generazionale' tra i lavoratori che non usufruiranno più della possibilità di trattenersi in servizio per due anni (cinque anni per i magistrati) dopo il raggiungimento dei requisiti pensionistici e i giovani lavoratori che necessitano di trovare un impiego lavorativo.

Per quanto riguarda i magistrati (o lavoratori dirigenziali in ambito ministero Giustizia), tutti gli over 70 potranno rimanere in servizio comunque fino al 31 dicembre 2015 per non 'scoprire' gli uffici giudiziari che sono in difficoltà con gli organici.

Per tutti gli altri incarichi, invece, il limite è stato fissato al 31 ottobre 2014. Questo meccanismo sarà in grado di liberare nuovi posti di lavoro per i giovani.

Un'ultima novità è relativa alle Pensioni anticipate. I lavoratori della Pubblica Amministrazione, anche se non avranno raggiunto l'età della pensione di vecchiaia, potranno andare in pensione con i seguenti presupposti: nel 2014, con 42 anni e 6 mesi di servizio per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne.