È in arrivo un disegno di legge delega da parte del governo Renzi che dovrebbe regolare il fronte previdenziale e che è stato annunciato come una vera e propria riforma delle Pensioni per il 2014. Intanto, forse proprio perché quello delle pensioni è uno dei temi più "caldi" dell'estate e non solo, Renzi tace e lascia che ad intervenire siano i vari rappresentanti del governo. I due contenuti fondamentali del disegno di legge delega, di cui non è stato comunque consegnato il testo definitivo per cui le nostre riflessioni riguardano soltanto le misure più importanti, sono i seguenti: la questione dei tagli alle pensioni, così come annunciati da Cottarelli, e la questione della pensione anticipata per le donne, il cosiddetto regime sperimentale donna.
Riforma pensioni 2014: Renzi tace, tagli alle pensioni?
Quella che può essere considerata una buona notizia - o perlomeno una "non cattiva" notizia - riguarda il fatto che, almeno per il momento, sarebbero state messe da parte le proposte di riforma delle pensioni per il 2014 di Cottarelli, il Commissario alla spending review, sulla necessità di nuovi tagli al sistema previdenziale. È chiaro che il governo Renzi vada con i piedi di piombo su temi e questioni che stanno particolarmente a cuore agli italiani.
Insomma, una volta scongiurato il timore dei tagli alle pensioni, vediamo quali sono i punti fondamentali della riforma delle pensioni 2014 affidata allo strumento del disegno di legge delega - strumento che per propria natura prevede un iter parlamentare quanto mai lungo e laborioso.
Un punto fondamentale riguarda la cosiddetta pensione anticipata per le donne.
Riforma pensioni 2014: Renzi tace, intanto salta la pensione anticipata donne
Uno dei temi riguardanti la riforma delle pensioni 2014 che hanno attraversato maggiormente queste calde giornate è stato quello del regime sperimentale che avrebbe permesso un'opzione particolare di pensione anticipata per le donne.
La norma era presente nella prima bozza della riforma delle pensioni (precisamente all'articolo 4 del provvedimento cosiddetto "repubblica semplice") e aveva avuto un grande rilievo mediatico negli ultimi giorni. La proposta era la seguente: le donne che si trovano a lavorare sia nel settore pubblico sia nel settore privato avrebbero la possibilità di andare in pensione ad un'età di 57 anni e 3 mesi (un anno in più, 58 anni e 3 mesi, qualora si tratti di lavoratrici autonome) qualora si fossero maturati i 35 anni di contribuzione.
Il rovescio della medaglia riguardava il fatto che il calcolo dell'imponibile della pensione veniva calcolato esclusivamente con il metodo contributivo. Secondo quanto riportato nel disegno di legge delega - di cui, come si è detto, non si ha ancora a disposizione il testo definitivo - la norma sarebbe completamente saltata, nel senso che non ve n'è alcuna traccia. In più, la Madia, sempre molto attenta a queste questioni, non ne ha fatto alcuna menzione.
Riforma pensioni 2014: Renzi tace, cosa è lecito attendersi?
Difficile discutere su cosa sia lecito attendersi dalla riforma delle pensioni 2014 Renzi-Madia. Sembra che la linea generale dell'intervento sul sistema previdenziale sia questa: favorire i pensionamenti affinché si liberino posti e l'occupazione possa ricominciare a salire.
Il problema, rilevato da più parti, è che è impossibile favorire i pensionamenti se i possibili pensionati devono trovarsi a rinunciare a una percentuale spesso troppo alta (si parla in alcuni casi del 30%) della pensione.
Insomma, la riforma delle pensioni 2014 Renzi-Madia avrà un iter parlamentare piuttosto lungo, dunque bisognerà attendere e vedere quali saranno le disposizioni e soprattutto gli emendamenti richiesti dal Parlamento. L'estate, dunque, sarà particolarmente calda.