La Scuola è in fermento per la proposta di legge Giannini-Reggi che ha intenzione di rivoluzionare completamente gli orari di lavoro e i compiti dei docenti, tralasciando l'aspetto economico e remunerativo degli insegnanti: si è parlato, negli ultimi giorni, di 'premialità' ma le prime impressioni che si ricavano sono quelle di una riforma piena di sacrifici e di scarsissime risorse finanziarie.
A questo proposito, ieri abbiamo scritto in merito alle dichiarazioni dell'ex ministro dell'istruzione Beppe Fioroni (all'epoca del governo affidato a Romano Prodi): vediamo, invece, quali sono state le dichiarazioni di Giovanna Capelli, responsabile scuola del Partito di Rifondazione Comunista.


Miur, scuola, Giovanna Capelli: 'Insegnanti umiliati, il peggio dell'ultimo ventennio'

Laureata in lettere classiche, è stata docente e, dal 1981 ad oggi, dirigente scolastica nella scuola di base, Giovanna Capelli, da sempre, si batte in difesa della scuola pubblica. Il suo giudizio nei confronti della proposta di legge Giannini-Reggi è impietosa: secondo l'esponente del PRC i cambiamenti che intende adottare il Miur a partire dal prossimo anno scolastico sono 'una sintesi del peggio del peggio proposto nell’ultimo ventennio da chi desidera distruggere la scuola pubblica, umiliare gli insegnanti e i lavoratori della scuola, mettere l’istruzione in balia del mercato e del profitto'.



Miur, scuola, Giovanna Capelli, PRC: 'Giannini peggio di Moratti e Gelmini'

Naturalmente, i punti più criticati del piano Giannini-Reggi sono rappresentati soprattutto dall'aumento dell'orario di lavoro (da 18 a 36 ore), le supplenze obbligatorie non retribuite 'coperte' dagli stessi insegnanti di ruolo e la conseguente mancanza di opportunità per i docenti precari che porterà inevitabilmente all'abolizione delle graduatorie di istituto.

Giovanna Capelli ha fortemente criticato il governo Renzi, definendolo 'ademocratico' e secondo la rappresentante del Partito di Rifondazione Comunista, le proposte illustrate dal ministro Stefania Giannini sono addirittura peggio di quelle degli ex ministri Letizia Moratti e Mariastella Gelmini.