La riforma della Scuola continua a tenere banco e con essa le polemiche sulla proposta di legge descritta dall'attuale ministro dell'istruzione Stefania Giannini: in modo particolare, sono le 36 ore settimanali di lavoro il punto di maggior discordia e, sembrerà strano, le critiche arrivano persino da esponenti dello stesso Partito Democratico, come, per esempio, l'ex ministro dell'istruzione ai tempi del governo Prodi, Giuseppe Fioroni. Vediamo qual è il punto di vista dell'ex sindaco di Viterbo.



Miur, scuola, ex ministro Beppe Fioroni: 'Senza soldi, riforma impossibile'

L'ex ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni ha voluto commentare la proposta Giannini-Reggi e le sue parole non mancheranno certo di sollevare polveroni, anche perchè provenienti dalla stessa corrente politica. 

Fioroni, in modo particolare, ha criticato la facilità con la quale si tentano di risolvere i problemi storici della scuola: per riformare l'ambiente scolastico, secondo l'ex ministro, ci vogliono idee chiare e soprattutto i soldi, perchè senza di quelli non si va da nessuna parte.



'Il premier Matteo Renzi ha ben messo la scuola al centro dell’agenda di governo, ora deve avere il coraggio di passare agli investimenti', ha detto Fioroni ponendo l'accento sul fatto che 'non si può chiedere ai docenti che guadagnano 1.200 euro al mese, molto meno della media Ue, di passare a 36 ore di cattedra, di fare le scuole aperte, i corsi di recupero e tutto ad invarianza di stipendio.'



Beppe Fioroni ha sottolineato come le proposte Giannini-Reggi saranno soggette inevitabilmente a delle correzioni durante il loro percorso che porterà all'approvazione del nuovo contratto della scuola: 'Non può passare la favola che i docenti lavorano poco, fanno troppe ferie, sono poco disponibili e dunque guadagnano troppo...' ha ribadito l'ex ministro, ponendo l'accento sulle misure certamente impopolari che hanno suscitato la reazione da parte dei docenti e delle organizzazioni sindacali.