Abbiamo parlato qualche giorno fa dell'interrogazione dell'Onorevole Chimienti del Movimento Cinque Stelle che chiedeva al Miur di assumere tutti gli oltre ottomila vincitori del maxi concorso del 2012 e che ancora stanno aspettando di ottenere la loro tanto sospirata cattedra.
E' un mese di luglio particolarmente 'caldo' per i deputati 'grillini' che sono più che mai decisi a portare avanti diverse battaglie nel settore scolastico, alcune delle quali particolarmente difficili e ostiche. Questa volta l'iniziativa porta la firma dell'Onorevole Tiziana Ciprini che si è rivolta al governo Renzi ed in particolare al Miur per chiedere quali azioni di controllo e di monitoraggio abbia previsto l'esecutivo per combattere una delle piaghe più immorali che riguardano il mondo scolastico, vale a dire quella dei 'corsifici'.


A beneficio di tutti coloro che ancora non siano a conoscenza di che cosa si tratti, spieghiamo brevemente. L'onorevole Ciprini si riferisce a quegli attestati, rilasciati dopo la frequenza di corsi di specializzazione e master, naturalmente a pagamento, e che vengono organizzati senza test d'ingresso da enti autorizzati dal Miur e da università telematiche. Il Movimento Cinque Stelle ha, dunque, chiesto al governo cosa avesse intenzione di fare per contrastare quello che viene considerato un affare da svariati milioni e che rappresenta un mezzo iniquo per prendere per il collo i giovani (e meno giovani) docenti italiani.
Come ha risposto il governo all'interrogazione parlamentare dell'Onorevole Ciprini? L'esecutivo ha confermato il proprio impegno, procedendo con una risoluzione in commissione cultura che abbia lo scopo di contrastare il fenomeno dei corsi a pagamento online, organizzati spesso senza alcun controllo e in contrasto con la direttiva N. 90 del 1 dicembre 2003.
Anche la stessa onorevole Silvia Chimienti ha ribadito l'esigenza di dire basta ad un sistema di stampo aristocratico che premia solo chi ha possibilità economiche tali da poter 'comprare' questi attestati, che non fanno altro che aumentare ingiustamente i punteggi nelle graduatorie d'istituto.