Una delle maggiori ferite rimaste aperte in seguito alla riforma del sistema pensionistico del 2011 è sicuramente quella degli insegnanti e del personale ATA della scuola, i cui requisiti di fuoriuscita dal lavoro possono essere racchiusi nella famosa quota 96. Si tratta di un montante di calcolo raggiunto attraverso la somma degli anni di servizio assieme a quelli anagrafici (rispettivamente 35 e 61 oppure 36 e 60). A questi lavoratori, la Riforma Fornero ha negato il diritto già raggiunto del pensionamento; il problema si è concretizzato in seguito a una svista dovuta alla fretta e allo stato di emergenza nel quale è stato approvato il provvedimento.

La mancanza di tempo utile a comprendere tutte le conseguenze della nuova riforma pensionistica ha di fatto ignorato che l'anno lavorativo all'interno del mondo scolastico va da settembre a settembre, creando la situazione difficile che ben conosciamo.

I lavoratori si sentono espropriati del proprio diritto alla pensione

Il preambolo appena esposto serve a spiegare i motivi tecnici per i quali molti lavoratori si sentono espropriati dal proprio diritto alla pensione e non intendono accettare soluzioni al ribasso in grado di penalizzarli ancora una volta. Il riferimento è a possibili provvedimenti di pre-pensionamento, per i quali però sarebbero richieste pesanti penalizzazioni nella mensilità erogata.

In una recente intervista pubblicata sul sito FLC CGIL, Kiara Farigu del Comitato direttivo Quota 96 esprime con le proprie parole la frustrazione sperimentata da molti colleghi: "sentir parlare di prepensionamento, a noi Q96, coi requisiti acquisiti sin dal 2012, ci fa accapponare la pelle. Per noi si tratta di un post-pensionamento e pertanto, noi dobbiamo andar via senza alcuna penalizzazione.

Non chiediamo una deroga alla riforma Fornero, ma la correzione di un errore che la stessa ex ministra ha riconosciuto".

I Cobas Scuola parlano di ennesima truffa ai quota 96

La delusione si è fatta ancora più grande quando recentemente il Governo ha fatto dietrofront rispetto a un provvedimento inserito nella Riforma della Pubblica amministrazione, che avrebbe finalmente permesso il pensionamento dei Quota 96 entro settembre.

In questo caso sono i Cobas Scuola a definire la questione come una "insopportabile truffa" (fonte cobas-scuola.it), soprattutto considerando che se non verranno presi provvedimenti, la Riforma Fornero del 2011 costringerà 4000 insegnanti al lavoro coatto per sei o sette anni in più rispetto a quanto sarebbe stato previsto. Dopo tre anni di iniziative di protesta e il passaggio di diversi Governi, i lavoratori hanno visto solo promesse che non hanno trovato riscontro o concretezza nel mondo reale. Nonostante una ragionevole comprensione della situazione difficile in cui versa il Paese, in molti giudicano le buone intenzioni come prime di valore, soprattutto nei confronti di chi si sente espropriato di un legittimo diritto.